Non servono grandi competenze per divertirsi con i pixel digitali (quantunque un po' di Photoshop non faccia mai male).
Il riferimento iniziale alla data del sito non è casuale. Velocemente le mode vengono e vanno sul "libro delle facce", e le applicazioni sono meteore fuggenti sempre più numerose.
Troppe, un po' come i libri pubblicati. Troppi e di scarsa qualità. Nè sempre i migliori prodotti riescono a spuntarla sulla massa delle fetenzie.
Il giochino di riprodurre l'autoritratto di Mapplethorpe, (1975) e lo splendido viso di Karina (Vivre Sa Vie, Jean-Luc Godard, 1962) - un tuffo nel passato - e il suo scimmiottamento nella volgare imitazione di sé stessi proposta da Bitstrips, è solo un passatempo domenicale e non vale più di un sorriso.
Invece dà da pensare come, nello stesso 1975 a cui risale la fotografia di Mapplethorpe, la Kodak produsse il prototipo sottostante, quattro chili di peso, grandezza di un tostapane, inconsapevole che avrebbe decretato la sua stessa rovina.
Di che si tratta? Della prima macchina fotografica digitale capace di produrre una immagine da 0,01 megapixel in 23 secondi, registrandola su cassetta digitale.
Contrasta la "modernità" delle due immagini in b/n (pur bisognose di pellicola e sviluppo) con l'inarrestabile percorso del digitale.