Il celebre ritratto di Sergio Bonelli a opera di Claudio Villa
È da ieri che la notizia rimbalza nell’aria e ne sento l’eco: Sergio Bonelli è morto. Il mio amico Sergio se n’è andato. Era ricoverato da qualche giorno all’ospedale San Gerardo di Monza per una malattia e… l’oscura signora ha deciso di portarselo via. La notizia si è presentata con lo stesso effetto di un fulmine a ciel sereno. Il cervello continua a ripetere, come una cassa di risonanza, le dolorose parole, ma il cuore si stringe e non le vuol sentire, non le accetta.
In occasioni di lutto, in momenti duri, come questi, Sergio si è rivolto al suo pubblico, ai suoi lettori, ai suoi amici, omaggiando e rendendo onore a chi, protagonista de “il piccolo mondo delle nuvole parlanti”, era andato via lasciando vuoto e tristezza, lamentando che
…“quasi tutti i fumettari, quando giungono alla fine della vita, escono di scena con discrezione, all’insaputa dei lettori, e nella pressoché totale indifferenza dei mezzi di comunicazione”…
Questa volta, amico mio, hai avuto torto. Ci hai pure provato ad andartene con discrezione, ma nessuno è rimasto indifferente di fronte alla notizia della morte del “fumettaro” Sergio Bonelli.
Questo perché l’editore di fumetti e l’uomo in Sergio Bonelli erano un tutt’uno mai scissi né scindibili. Sin da bambino Sergio aveva maturato una passione che, a detta della mamma Tea, era vero e profondo amore verso i fumetti e il fatto di essere il primo a poter sfogliare e leggere in anteprima le avventure degli eroi di carta che la mamma pubblicava lo portava a toccare vette altissime di entusiastica gioia.
Un amore e una passione che lo hanno condotto a incarnare, a “essere”, di fatto, “LA” casa editrice.
Aveva cominciato a lavorare nell’azienda della madre nel dopoguerra, quando l’editrice Audace era composta dalla madre, da una cugina segretaria e da lui ragazzino in veste di addetto al magazzino, fattorino, spedizioniere… e poi, negli anni, grafico, uomo delle pubbliche relazioni, promotore dei prodotti all’estero, sceneggiatore, direttore… fino a che, nel 1958, a soli ventisei anni, la mamma Tea, ritenendolo pronto, gli passa il testimone, lasciandogli la guida e la responsabilità della casa editrice. Il tutto è ufficializzato due anni dopo, nel 1960, e l’editrice è ribattezzata nell’occasione come Edizioni Araldo. Professionalmente è qui che inizia l’opera di Sergio Bonelli di “ammodernamento” del fumetto e l’azione di sollevamento dal sottoterra socio-culturale in cui era stato scaricato il media.
Sergio è convinto che il “libro da vedere” ha un valore culturale molto più alto della sua “veste povera”. Lancia nel ’58 il formato volumetto (che poi è diventato lo standard di riferimento editoriale) con il segreto desiderio di vedere un giorno i suoi amati fumetti riposti in libreria al fianco dei libri d’avventura, dei romanzi dei grandi narratori… Jack London e Dino Battaglia, Conrad e Albertarelli…
Quando Sergio confidava che il suo più grande desiderio era che la lettura di un suo fumetto, di un’avventura dei suoi tanti eroi, potesse incuriosire e “spingere” ad approfondire con la lettura di un romanzo o di qualsiasi altro libro, gli brillavano gli occhi.
Ha continuato per la sua strada e ha trasformato, facendo da apripista, l’intero settore dell’editoria per ragazzi italiana, esportandola praticamente in tutto il mondo. Ha dato vita a iniziative editoriali uniche nel genere: La storia del West, I Protagonisti, Un Uomo Un’Avventura, sono solo un piccolo esempio ma anche una perfetta dimostrazione del significato “letteratura disegnata” ben presente nella mente e nelle azioni di Sergio.
La sua azienda da piccola editrice familiare è diventata nell’arco di una generazione un colosso dell’editoria che a oggi vanta una produzione di migliaia di tavole con fatturati di tutto rispetto e la creazione di tantissimi personaggi di successo che hanno reso felici migliaia di lettori per più di mezzo secolo: da Tex a Zagor, da Un Ragazzo nel Far West al Comandante Mark, da Mister No a Martin Mystère, da Dylan Dog a Nathan Never, da Julia a Dampyr, ecc.
Lo ha fatto riconoscendo (in tempi in cui gli artisti del fumetto erano mal pagati e privi di diritti) la professionalità di chi crea i fumetti e, per farlo, si è persino calato nei panni di sceneggiatore: scherzando diceva che l’aveva fatto per vedere se effettivamente gli sceneggiatori meritassero i soldi che lui pagava! Lo ha fatto dando dignità al prodotto elevandolo attraverso una crescita costante di qualità lavorativa e creativa.
Lui, figlio di quel Gian Luigi riconosciuto come il più grande creatore di storie a fumetti d’Italia, aveva vestito i panni di sceneggiatore, celato dallo pseudonimo di Guido Nolitta per pudore; in questa veste, si dimostrò degno erede di cotanto padre, sciorinando un talento sopraffino che lo ha portato a creare storie memorabili e personaggi di successo tra i quali due icone del fumetto come Zagor, il personaggio più longevo del fumetto italiano dopo Tex (ha festeggiato proprio quest’anno i suoi cinquant’anni di vita editoriale) e Mister No, il character a cui Sergio era più legato per tante ragioni. Se Tex è G.L.Bonelli, in qualche modo Mister No è Nolitta!
È il personaggio in cui la maturità artistica di Sergio si è espressa ai massimi livelli. Mister No ha rappresentato e rappresenta l’amore di Sergio per la libertà in tutti i suoi aspetti: libertà di viaggiare, di vivere l’avventura, di agire contro le imposizioni, di mostrare le proprie debolezze, di esprimere i propri dubbi, di scelta del proprio destino…
Destino! Già proprio quel crudele fato che ce l’ha portato via lasciandoci la consapevolezza che, pur restando sempre con noi attraverso le sue storie e i suoi personaggi, non potremo mai più condividere il piacere di un caffé, né della sua affabile conversazione, né del suo sorriso, né della sua guida.
Mi rendo conto che si potrebbe continuare per ore a elencare i meriti, i successi, la generosità, la grande cultura, la profonda umanità della persona Sergio Bonelli; ma, in fondo, a lui non sarebbe piaciuto, sarebbe bastato soltanto dire che ha vissuto amando e rispettando profondamente il fumetto, chi lo crea e chi lo legge.
Tutto il resto è storia. Storia testimoniata da candide tavole impresse da una luccicante china nera con i colori della fantasia.
La redazione de LoSpazioBianco si unisce al cordoglio dei familiari e dei lettori tutti. Buon viaggio, signor Bonelli.