leggi la prima la seconda e la terza parte (questo racconto è figlio del ciclo maldoniano)
leggi la prima, la seconda e la terza parte della versione alternativa (di Moises Di Sante)
Il vecchio ungherese si accese una sigaretta e pensò a quando da piccolo amava mangiucchiare le scarpe di suo padre. Se ne stava rintanato sotto il bancone di quella squallida drogheria ebraica, a guardare le gonne pudiche delle clienti e a ciucciarsi quelle fetide scarpe. “E chissà poi perchè si levava le scarpe a lavoro, quel povero pazzo di papà!”, sussurrava sorridendo Tzozius. Un alone grigio circondava la sua via Stato, gli ultimi condomini tornavano nei loro minuscoli monolocali, una pattuglia di androidi osservava la scena dalla scintillante telepostazione all’angolo. L’ungherese abbassò le palpebre, giusto il tempo per sentire
uno strascicare di piedi
elettricità lungo la schiena
il cuore dire: “Eccolo, eccolo, cazzo eccolo!”
un orgasmo di figlio tra le lenzuola
la sua mano bianca rugosa, imbevuta d’acqua, accarezzare un volto nato dal suo sperma
elettrico
I sogni, eccoli in fila, uno a uno, abc e sono tutti dentro lo schedario della polizia….
Mario farfugliava confuso: “Ma non può essere stata la mia confess..
io non ho
no!”.
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PRIMA, MOLTO PRIMA
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“Pengajaran?”, chiese il malese provocatore.
“Eh…pengajaran, pengajaran….che ne so, sua santità, che ne so…forse dovremmo chiamare quelli del Governo, loro se ne intendono di favole…sì, insomma…di sogni”.
L’uovo cadde sfrontato nel piatto del povero Informatore.
“Portami quel ragazzo, Humboldt”.
“Come vuole, sua santità…anche se…”
“Anche se?”
“Anche se…niente, sua santità, niente. Proveremo a deviare il suo percorso”.
“Humboldt…non dobbiamo deviare proprio niente. Lui deve venire da noi spontaneamente, capito?”
“Sissignore, ho capito perfettamente”
“E ora mangia…sai, le ho fatte come dice quel tizio alla televisione, sai, quel predicatore…”
“Rovinus?”
“Lui, l’uomo delle uova, proprio lui”
“Ottime, sua santità, ottime”.