Ritratto politico a cavallo tra gli anni 2015-2016. Sul ritorno del laurismo su scala nazionale: aridatece la Prima Repubblica!

Creato il 31 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Achille Lauro

di Rina Brundu. Cominciamo dalle buone notizie, sono d’uopo nella notte di fine anno, anche per immaginare un futuro migliore. Le buone notizie sono che ci sarà una mozione di sfiducia al renzismo questo gennaio e che magari molti parlamentari italiani – illuminati sulla via del buon governo – ne profitteranno per mandare l’esecutivo renziano a casa. L’altra buona notizia è che ad ottobre ci sarà rinnovata occasione di salvare la nostra Costituzione e appunto di mandare questo Esecutivo non rappresentativo a casa: insomma, sarà un poco come prendere due piccioni con una fava!

Ma, ahime!, le buone notizie finiscono qui. Per il resto questo anno – che ha sancito il ritorno di una sorta di dottrina laurista* applicata su scala nazionale, ma che a differenza di quanto accadeva nella Prima Repubblica dove “Un’inchiesta promossa dal Ministero degli Interni rilevò favoritismi, con assunzioni aperte ai fedelissimi, appalti di lavori affidati senza concorso, inosservanza delle leggi, confusione amministrativa”, propone un ministero degli Interni guidato da un ministro senza rappresentatività elettorale, almeno a leggere i sondaggi, un ministero della Sanità guidato da un ministro senza laurea, un ministero delle Riforme in mano a un rappresentante del popolo coinvolto nel gravissimo scandalo Bancagate e un Premier impegnato a giocare con la Playstation… – ecco, dicevo…. che per il resto questo anno non poteva finire in maniera peggiore.

Aridatece la Prima Repubblica! Qui lo scrivo e qui lo nego ma, davvero, aridatece la Prima Repubblica!, i cui parlamentari – mentre depauperavano lo Stato – avevano almeno la decenza di nascondere, obliare il mal fatto, sapendo bene che anche il “percepito” nella politica è importante. Ne sa qualcosa il David Cameron che, giorni fa, nella Gran Bretagna flagellata dal vento e dalle inondazione non ci ha messo un attimo a indossare un paio di stivali e a recarsi sul luogo del disastro, a ispezionare le zone allagate, a parlare con i locali e a proporsi come paladino della ricostruzione. Tuttavia, per non fare torno a nessuno, mi preme ricordare qui che anche Renzi, in questo anno difficilissmo, si è proposto quale ardito paladino del suo popolo in innumerevoli occasioni propizie: vedi la visita ai Quartieri Generali di Google, quella a Machu Picchu, la traversata in motoscafo mentre la Concordia entrava nel porto di Genova sotto gli occhi del mondo, gli innumerevoli voli sugli aerei di Stato e via così elencando. Riconosciamolo: si tratta di lavori sporchi ma qualcuno deve farli!

Su versante più serio non si può non far notare che la grande fortuna di Renzi, o per meglio scrivere la nostra grande sfortuna, è che se il governo è un’isola di ultimi mohicani della casta determinati ad andare a fondo con tutti i farisei, l’opposizione politica attuale pare una sorta di armata Brancaleone. Diceva Sun Tsu ““Nell’operazione militare vittoriosa prima ci si assicura la vittoria e poi si dà battaglia. Nell’operazione militare destinata alla sconfitta prima si dà battaglia e poi si cerca la vittoria.” L’impressione che si ha delle “operazioni” politico-militari dell’Italia di questi tempi è che siano di facciata (vedi quelle berlusconiane), mentre “l’assicurarsi la vittoria” sia opzione opinabile. Per la serie, abbasso il tiranno, morte al tiranno, ma non affrettiamoci troppo a buttarlo giù: ora come ora lui come niuno sta facendo al meglio i nostri interessi!

Sic. Buon Anno.

* Il laurismo è stato un fenomeno politico-sociale degli anni cinquanta tipicamente napoletano legato alla persona di Achille Lauro, editore, armatore e presidente della squadra di calcio cittadina.

Il laurismo copre un periodo decennale che procede dal 1952, anno di elezione a sindaco di Napoli, al 1962 quando la famiglia Gava si impose con una giunta di centro-sinistra.

Questo periodo rappresenta un elemento di discontinuità col passato. Mentre negli anni quaranta la città di Napoli era preda di armi straniere (americani e tedeschi), invece, negli anni cinquanta la società avanzava istanze di cambiamento in senso democratico inteso come «rivincita della sovranità popolare rispetto ad altre sovranità, poteri opachi ed autoreferenziali, élite economiche ed intellettuali, caste dominanti che decidono a prescindere dall’interesse comune»…..

Per sovvenire alle istanze di occupazione dei cittadini, furono intraprese una serie di opere pubbliche che diedero grande risalto all’urbanistica tramite l’abbellimento e le costruzioni ex novo di piazze e viali in città, gli aiuti ai cittadini più indigenti e l’edificazione di case popolari come nel rione Cavalleggeri d’Aosta.

Per un lungo periodo la gestione del Comune di Napoli – unico municipio amministrato dai monarchici – accentuò per certi aspetti i problemi che tradizionalmente pesavano sulla città. Un’inchiesta promossa dal Ministero degli Interni rilevò favoritismi, con assunzioni aperte ai fedelissimi, appalti di lavori affidati senza concorso, inosservanza delle leggi, confusione amministrativa.

La vita intellettuale cittadina ebbe un forte impulso dalla pubblicazione di due riviste “Nord e Sud” e “Cronache meridionali” nelle quali collaborarono rispettivamente il liberale Francesco Compagna ed il comunista Giorgio Amendola[1].

Prospettive sul laurismo

Durante un convegno svoltosi a Napoli nel 2002 è emerso che il laurismo potesse essere interpretato come un esperimento in embrione del “berlusconismo” o comunque di quello stile di fare politica basato sul populismo e sulla propaganda mediatica, che pur essendo proiettato verso il bene della comunità cittadina tendeva a questo scopo attraverso atteggiamenti politicamente ambigui. I partecipanti al convegno si soffermarono, in particolare, sul mutamento del panorama politico: se, infatti, è difficile interpretare il laurismo come “destra”, è altrettanto problematico trovarne un’adeguata collocazione dopo la fine della divisione del mondo in due blocchi[2].

(fonte Wikipedia)