In questi anni sono state tante le occasioni in cui mi è capitato di parlare di Enrica. Eppure mi provoca un'emozione particolare l'idea di condividere ciò che di lei è rimasto nella sua scuola, laddove la sua vita stese le ali e stava per spiccare il volo, verso un avvenire che avrebbe dovuto essere diverso. A quegli anni felici dedico un piccolo brano del libro:
Una ragazza così te la immagini a un ricevimento della buona società, a prendere lezioni di pianoforte, a passeggiare in qualche elegante giardino pubblico, scortata da una zia o da una governante.
Enrica, invece, ha ingranato la marcia e imboccato la strada della vita a tutta velocità. Il liceo di Ferrara, il celebre Ariosto che ha sede accanto a casa, lo ha superato di slancio: due anni accorpati in uno e voti eccellenti.
Prima di scegliere le scienze, come una sorta di vocazione. Prima di partire per Firenze, la città che le darà tutto e poi le toglierà tutto. Che brivido, entrare in quella scuola.