Lo scavo di via Portuense (Foto: Il Messaggero)
Nel quartiere Portuense, a Roma, sotto il ponte dove corrono le rotaie della Roma-Fiumicino, è riemerso un antico "motel" di duemila anni fa. Si trovava all'incrocio tra l'antico tracciato della via Portuensis e la via Campana. Aveva una stazione di posta, grandi terme maschili e femminili arricchite da mosaici e marmi policromi sulle pareti, un luogo di culto, mausolei e sepolcri.Si trattava, dunque, di un "motel" imperiale, studiato per confortare il corpo e lo spirito dei viaggiatori che, numerosi, percorrevano la via tra Roma e Portus, seconda città portuale dopo Ostia, tra il I e il II secolo d.C..
La scoperta è stata fatta durante gli scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza nell'ambito del progetto di raddoppio della carreggiata della via Portuense. Dal lato del "motel" che guarda l'ospedale Spallanzani sono state rinvenute le terme femminili, con una grande vasca di due metri che fungeva da cisterna, foderata in coccio pesto. Qui sono stati rinvenuti oggetti tipicamente femminili, sigillati sotto strati di terra: una cinquantina di spilloni in osso e spatole d'avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, contenitori per il balsamo.
L'altro lato dello scavo, invece, quello che è attraversato da antichi basoli, ha rivelato le terme maschili, identificate da un raro esemplare di strigile. Vicino alle terme maschili era stato eretto un edificio di culto paleocristiano, probabilmente collegato a San Pantaleo, che custodiva un bacino in marmo decorato da due teste femminili sul bordo, recupero di una fontana romana con funzione di acquasantiera.
Nei pressi delle terme è affiorato un cippo in travertino con un'iscrizione che si riferisce al recupero, operato dall'imperatore Vespasiano, di un'area sacra occupata abusivamente da privati.