Rivedendo "Principessa Mononoke"

Creato il 02 giugno 2014 da Samuelesestieri


Non capita spesso, ma adoro quando mi mancano le parole per parlare di un film, perfino di uno che ho visto e rivisto tante volte. Eppure, tra tutte le opere di Miyazaki, "Principessa Mononoke" è una di quelle che più mi lascia attonito e silente, con quella stessa espressione di meraviglia che pare di leggere sulla faccia di un bambino che vuole sognare ancora e non essere risvegliato. Quello stesso bambino che non si perde in parole e ragionamenti ma desidera solo viaggiare tra le immagini, libero di gioire, cadere e infine di rialzarsi.
Con Miyazaki la sensazione che le parole non servano, che bastino solo le immagini a "dire" il film, è quella che riemerge in continuazione (come capitò anche con "La città incantata" o con l'ultimo, meraviglioso, "The wind rises"). Basta dire che nel finale (visto finalmente su grande schermo) mi è quasi sembrato che quell'indimenticabile rinascita cromatica fosse addirittura in grado di scheggiare, erompere, fuoriuscire dallo schermo stesso. Sono visioni, queste, che rimangono.

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