Sofia e Matteo protagonisti di “Rivoluzione nr. 9” sono due adolescenti a quarant’anni di distanza l’uno dall’altro e sembra non esserci nessun filo a legare i due ragazzi se non quello di un appartamento. In realtà ciò che lega i due, al di là della superficie materiale, sono i sentimenti che li percuotono, sentimenti differenti ma allo stesso simili che caratterizzano la gioventù in qualsiasi epoca la si vive. L’appartamento in questione è la dimora di Sofia e dei suoi genitori negli anni sessanta e di Matteo, sua madre, sua sorella e un nonno allo stato vegetale negli anni ottanta. Sofia incarna la tipica brava ragazza della propria epoca che si dibatte nel tentativo di affermare la sua crescita attraverso l’amicizia e le trasgressioni giovanili. Con genitori benevoli ma troppo assenti Sofia è costretta a rifugiarsi nei momenti di solitudine a dialogare con l’immagine del poster di Paul McCartney e ad alimentare il suo hobby per la fotografia scattando polaroid. Matteo da par suo è soffocato dall’ambiente familiare con una madre che lo ama in modo morboso e quasi delirante, una sorella che lo disprezza e un nonno steso in un letto testimone muto dei tentativi di Matteo di evadere dalla gabbia che la famiglia ha costruito intorno. Vive con un perenne senso di colpa e ogni sua azione è vista come un peccato, una deviazione dalla via maestra tracciata dalla madre. Queste due età simili seppur a distanza di quanrant’anni sono destinate ad incontrarsi un giorno in cui nelle mani di Matteo si concretizza la testimonianza che Sofia ha voluto lasciare ai posteri. L’incontro con un terzo personaggio ben definito, da parte di Matteo sarà determinante così come lo è stato vent’anni prima per Sofia per liberarsi dai lacci dell’adolescenza e volare verso l’età adulta. “Rivoluzione nr. 9” è un libro utile per gli adolescenti che vogliono seguire un tracciato già sperimentato da predecessori diventati ormai adulti ed è utile per gli stessi adulti per volgere un attimo lo sguardo indietro nel tempo e vedere la propria vita in retrospettiva. Due età differenti che si intrecciano e diventano la semplice storia di ognuno di noi vissuta forse in modo banale ma pur sempre fondamentale per la nostra formazione.
Dunque Sofia ha 14 anni, quindi in piena adolescenza, nel 1964: l’anno della minigonna, dei collant, delle prime Polaroid e dell’apertura del Piper a Roma. Da Londra cominciano ad arrivare nelle grandi città italiane le vibrazioni di una gioventù in movimento, tanto che Sofia vive parte di queste vibrazioni attraverso il concerto (episodio vero) che i Beatles terranno a Roma nel 1965; unico concerto dei favolosi quattro tenuto in Italia. Quarant’anni dopo sarà Matteo, quindicenne complessato, a vivere seppur in maniera completamente diversa (i tempi sono cambiati) le stesse vibrazioni di Sofia. E se la ragazza si accontentava di sognare ad occhi aperti ampie conversazioni con McCartney, Matteo alle soglie del duemila deve vedersela col sesso sinonimo di ribellione ed evasione. Entrambi però sono espressione di quel mondo che vuole crescere e slacciare i legami che frenano la propria indipendenza. Due adolescenze parallele vissute in epoche diverse con in comune l’incapacità di affrontare da soli il passaggio dall’infanzia all’età adulta, di abbandonare le proprie certezze custodite nell’ambito familiare per rivolgersi all’ignoto, di scoprire se stessi attraverso il mondo che li circonda. Tutto ciò è raccontato dai due autori Silvio Muccino e Carla Vangelista coppia che già con il precedente “Parlami d’Amore” aveva sbancato, a capitoli alterni tenendo come rotta il filo sottile che lega i due ragazzi: Daniele, il misterioso inquilino, tanto diverso dagli altri adulti per Sofia, la quale solo con lui riesce a parlare liberamente e ad essere se stessa e quello strano uomo per Matteo che riesce a liberarlo da se stesso e dalle sue insicurezze.
Difficile non ritrovare nel romanzo, nelle parole dei ragazzi, negli atteggiamenti degli adulti le paure, le attese, le ansie, i conflitti, i cambiamenti d’umore e tutti gli stati d’animo più contrastanti che hanno caratterizzato le nostre stesse esistenze. Tutto viene raccontato, poi, in maniera semplice con un linguaggio alla portata di tutti e che consente di leggere il testo senza pesantezza alcuna. Bravi i due autori, coppia ormai collaudata, che dà vita ad una sinfonia ancora una volta vincente e li pone sul piedistallo degli scrittori made in Italy. In definitiva “Rivoluzione nr. 9” è un ritratto affascinante di due generazioni in cui ogni lettore potrà ritrovarsi e ricordare così la propria rivoluzione numero 9.
Bravi!