Rivoluzione sia, ma fatta con estrema intelligenza

Creato il 05 aprile 2015 da Alex80

Nove partite per regalarsi anche un mercato da protagonista. L’Inter in vista della prossima stagione dovra’ fare una mini-rivoluzione per poter cercare di tornare ad alti livelli. In questi mesi dopo i tanti proclami fatti dallo stesso Mancini in primis sono usciti una marea di nomi, e quasi tutti di livello internazionale, tutti importanti soprattutto a livello caratteriale, vera pecca di questa stagione.

L’allenatore interista deluso ed amareggiato ieri ha parlato giustamente di rivoluzione. Ma analizzando una possibile rivoluzione, cosa si vuole intendere nello specifico? E soprattutto anche le parole di Piero Ausilio di ieri nel dopo gara, ”ora dobbiamo capire chi e’ da Inter”, cosa significheranno? Le domande in casa nerazzurra sono appena all’inizio, ed in particolar modo la presa di posizione presa dalla societa’ sembrano essere quella di cominciare a mettere in dubbio anche il proprio lavoro, visto che su questi calciatori si ci e’ scommesso qualche tempo fa’, e che loro ad oggi non hanno ripagato la fiducia.

Casi emblamatici quelli di Ranocchia e Juan Jesus, che ad esempio sono da tutti considerati buoni giocatori, ma che non rendono per come si ci aspetta, lo stesso Handanovic ha accusato qualche battuta a vuoto, per non parlare di Kovacic, Guarin, Hernanes, gente da cui ci si aspetta ogni domenica un qualcosa di speciale, Podolski gia’ bocciato, Palacio e Medel che da soli non bastano e che comunque non sono campionissimi, persino Brozovic, Shaqiri e Santon si perdono nella confusione totale, insomma, una rosa che sembra essere particolarmente messa in discussione in maniera totale, capace di non regalare due gare consecutive giocate bene e che nel momento in cui c’e’ da fare il salto di qualita’ sparisce e si paralizza totalmente. Un qualcosa che non appartiene al nome Inter o ad un qualcosa chiamato grande squadra.

Erik Thohir dovra’ pensare a passare qualche mese in Italia, perche’ non puo’ lasciare una dirigenza, ed un allenatore soli al proprio destino, senza una guida ed una mano e voce pesante quando c’e’ da farlo. Rivoluzione sia, ma fatto in maniera intelligente e ripartire da quelli poche basi che si sono, ossia Ausilio bravo e attento come dirigente, Mancini, allenatore capace di vincere se con alle spalle una societa’ presente, ed i tifosi che fischi o non fischi ci sono sempre…..