C’è una correlazione tra crescita demografica ed epoca di sconvolgimenti sociali? Posto in questi termini il problema potrebbe apparire troppo deterministico. Tuttavia, se analizziamo i periodi di sconvolgimento sociale possiamo constatare che di solito questi sono accompagnati da una forte crescita demografica. Ad esempio, tra il 1750 e il 1850 la popolazione in Europa subisce una netta accelerazione; il tasso annuo di incremento, pari ad appena 1,5% tra il 1600 e il 1750 aumenta a 6,3% . Questa accelerazione riguarda tutti i maggiori paesi (Massimo Livi Bacci). E proprio a metà dell’Ottocento, l’Europa fu sconvolta da una crisi rivoluzionaria di ampiezza e di intensità eccezionali. Ma non basta mettere in correlazione questi due dati. La crescita demografica deve essere accompagnata da un aumento della speranza di vita. Una popolazione con una tasso di crescita alto, ma con un tasso di mortalità altrettanto alto non ha modo di progettare il futuro. Ma la demografia non spiega tutto. Dobbiamo prendere in esame altre due fattori: crisi del “principio di autorità” e la capacita dell’“opinione pubblica” di esercitare un controllo sociale sui comportamenti sociali. Quest’ultima può essere misurata dal livello di sopportazione che i ceti sociali hanno dei privilegi goduti da una ristretta cerchia di persone. Voglio dire, più i privilegi sono tollerati ed accettati più è scarsa la capacità dell’opinione pubblica di esercitare una forma di controllo. Ma è soprattutto sul “principio di autorità” che occorre focalizzare l’attenzione. Principio d’autorità vuol dire che esiste un ordine verticistico del potere che, attraverso la scala gerarchica, si impone in modo automatico e senza discussione. Principio d’autorità inteso come sistema paternalistico di gestire la vita pubblica e sociale. Nelle società a potere centralizzato e non diffuso, con un forte tasso di crescita demografica, con una opinione pubblica capace di esercitare un maggior poter di controllo sui privilegi consolidati dalla prassi, possono dunque conoscere periodi di sconvolgimenti sociali. Questi possiamo definirli come fattori strutturali. A fronte di questi fattori, bisogna considerare i fattori congiunturali: le crisi economiche in primo luogo. Le crisi economiche, però, sono di solito i fattori scatenanti, quelli che accendono la miccia dell’incendio. Insomma, credo che sulla base dei recenti avvenimenti gli storici dovranno rivedere le loro chiavi d’interpretazione.
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