Comincia oggi il nostro avvicinamento alla sessantasettesima Vuelta a España, che scatterà sabato da Pamplona, capoluogo della Navarra. Il nostro viaggio alla scoperta dell’ultimo grande giro stagionale inizia da una descrizione del percorso; quindi, a partire da domani, una serie di analisi giornaliere ci presenteranno i favoriti per la classifica finale, per gli sprint, per gli attacchi da lontano e le speranze degli italiani al via.
Come detto, lo start di questa Vuelta verrà dato sabato nella regione di Miguel Indurain con una cronosquadre di 16.5 km attorno alla città dei sanfermines: nessuna difficoltà altimetrica e distacchi che saranno nell’ordine di una manciata di secondi tra i vari team. Dopo una frazione piatta verso Viana, già da lunedì i big inizieranno a darsi battaglia: tappa breve, appena 155 km all’interno dei roventi Paesi Baschi, con quattro GPM di cui l’ultimo (Alto de Arrate, 5.5 km al 7,8%), ad appena 2 km dal traguardo posto in discesa. Quindi, martedì è in programma il primo arrivo in salita posto alla stazione sciistica di Valdezcaray, nella Rioja, dopo 13.4 km al 5,2% di ascesa.
La prima settimana di corsa continuerà con tre tappe adatte a fughe da lontano o, più presumibilmente, a sprint di gruppo, per riaccendersi nuovamente sabato 25 con l’arrivo ad Andorra-Collada de la Gallina, una salita secca di 7 km all’8% di pendenza media. Domenica, lo spettacolare arrivo a Barcellona favorirà nuovamente i velocisti, prima della giornata di riposo. La seconda settimana di gara incomincerà con un altro traguardo facile a Sanxenxo, prima dell’unica cronometro individuale: 39.4 km, mercoledì 29 agosto, da Cambados a Pontevedra, in Galizia, con un colle di terza categoria nel mezzo a spezzare il ritmo dei passisti più puri. Attenzione al finale della dodicesima tappa, uno strappo di un paio di chilometri al 13% verso Mirador de Ézaro che potrebbe fare male a molti, antipasto di ciò che accadrà nel primo weekend di settembre, con tre frazioni in fila (quattordicesima-quindicesima-sedicesima) veramente impegnative. Sabato 1 cinque GPM con traguardo in vetta al Puerto de Ancares, oltre 9 km all’8%; domenica i tradizionali Lagos de Covadonga, 13.5 km al 7%; lunedì ben due salite di prima categoria e arrivo sul Cuitu Negru, soprannominata la Bola del Mundo asturiana, 19 interminabili chilometri al 6,9%.
Le ultime giornate, dopo il riposo di martedì 4, saranno un mix di sprint e fughe da lontano, sino al carosello finale di Madrid, ma con una notevole eccezione: la vera e propria Bola del Mundo posta al termine della penultima frazione, che prevede, tanto per non farsi mancare nulla, tre GPM di prima categoria e uno di seconda prima della terribile ascesa finale, 11.4 km all’8.6%.
Insomma, tutta un’altra musica rispetto al Tour de France: spettacolo sin da subito, pochissime cronometro e una quantità spropositata di salite. L’unico rischio è che, forse, i big preferiranno attendere sempre “il giorno successivo” per attaccare, spaventati dalle difficoltà del percorso, un po’ come avvenuto al Giro d’Italia: ad ogni modo, un tracciato così selettivo non perdonerà niente a nessuno e smaschererà senza appello eventuali bluff.
foto tratta da www.mediotiempo.com
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OA | Marco Regazzoni