Motorway tra Rockingham e Mackay, QLD, 25 set 2012, ore 14:10, Kalinka Roadhouse
Lasciando Brisbane e guidando senza sosta per un paio di giorni si vedono quelle cose che in televisione diventano documentari. La strada attraversa foreste pluviali, temporali biblici, fulmini da giorno del giudizio, fiumi limacciosi e si inoltra nel bush, dopo aver attraversato lavori in corso e carcasse di canguri schiacciati da camion lungo i bordi della carreggiata. Tra un paese e l’altro, tra un distributore di benzina e l’altro, soprattutto, possono esserci anche centinaia di chilometri. Vederne uno quando la lancetta segna quasi zero è una soddisfazione pari a poche cose. Immaginarsi di rimanere a piedi lungo una statale in mezzo ad un quasi deserto con il sole che picchia implacabile sulla testa è un pensiero che innesca una paranoia che può durare ore. Poi si vede un cartello, un’insegna che dice “Hei, c’è civiltà, tranquillo” e si arriva ad una roadhouse.
Le “case della strada” sono in genere baracche, con poche cose dentro e ancora meno intorno. Generalmente hanno benzina, non tutte, le classiche ed immangiabili torte di carne australiane e dei servizi igenici che hanno molto poco di igienico. Però sono pittoresche e a volte sono anche graziose.
Il Kalinka mi è piaciuta da subito, da quando un cartello a dieci chilometri da qui diceva “Riposati e rinfrescati: sopravvivi a questa guida”. Poi altri, lungo la via, indicavano l’area con un panino che rideva e soprattutto il disegno di un distributore. Scendendo dal van per fare il pieno, un cartello fatto di lavagna recante una scritta in gesso blu che dice: “Homemade Bacon Egg Muffin” invoglia ad entrare. Mentre il prezioso liquido scende nel serbatoio ci si accorge di una cosa che mancava da ore, forse più: l’aria fresca. Questo luogo, questa roadhouse, è la cosa più fresca che abbia assaporato da quando la bottiglietta di acqua che ho preso fuori dal frigo questa mattina si è trasformata in pipì subito dopo. Mentre tutto questo accade, la strada scorre accanto e tante auto e camion vanno e vengono. Qualcuno si ferma ed ordina una soda, parla del più e del meno, fa i suoi bisogni e riparte. Io ho ordinato un hamburger. Pensavo ci fosse la carne ma me l’hanno servito con solo l’uovo e il bacon. Non so, sarà stato l’odore, o forse le due vecchiette che gestiscono il posto, oppure la verandina nel parco all’ombra, ma ho pensato che sarebbe stato bello fermarsi e scrivere qualcosa. Mangiare anche e prendere del fresco. A conti fatti, se ci si aggiunge anche la benzina, un luogo come questo lungo una strada come questa è il meglio del meglio del meglio.