Ciò che li aspetta nel bunker, nascosto nei cunicoli che si snodano sotto di esso, non è un avversario come i soliti, non è ciò che sono abituati ad affrontare e non sarà facile sbarazzarsene.
Nascondere i ricordi, eliminarli totalmente da sé, soprattutto quando si sono commessi atti deplorevoli, è difficile, se non impossibile e lo stesso vale sia da vivi che da morti. Un morto non dimentica tanto facilmente e ugualmente accade per molti morti, sepolti in una fossa comune, cadaveri accatastati come fossero rifiuti, risvegliati dal loro sonno eterno durante la costruzione di un tunnel e in cerca di vendetta.
Gli incubi non si possono cancellare, ti perseguitano, ti consumano, fino alla morte in alcuni casi, è questo è uno di quelli, in cui i protagonisti non possono, non riescono, e forse nemmeno vogliono lasciarsi alle spalle una parte scomoda di passato, che li ha trasformati in mostri, allontanandoli dalla loro natura umana talmente tanto da portarli a combattere tra loro, fino al più tragico degli epiloghi.
Nonostante una buona idea, un po' tra Deathwatch e Outpost, il film si trascina con lentezza ed è difficile mantenere alta l'attenzione, se non fosse per i continui cambi di colore, dal buio pesto ad improvvisi flashback tinti di un giallo che mette a dura prova le retine e, all'interno dei tunnel sotto il bunker, le torce dei militari che non smettono per un secondo di puntare dritte verso la telecamere. Ottimi espedienti per mantenere sveglio lo spettatore, o per privarlo di qualche diottria.