Di gatti ne ho avuti tanti.
La mia casa da bambina è sempre stata "una casa con un gatto".
Il primo fu un gatto bianco, Pucci.
Dopo di lui venne Dunga. Lui arrivò insieme a Scooter, un cane punkabbestia trovato a Sant'arcangelo di Romagna al festival dei teatri.
Erano due cuccioli, ma già si vedeva che a grazie ed eleganza erano inversamente proporzionali. Dunga gran signore. A volte guardava Scooter con pena, e si metteva a lavarlo. "Povera bestia" pensava il principino.
Avrebbe 14 anni, ma due anni fa ha deciso di andarsene e non tornare più. Scooter ancora adesso ogni tanto si guarda intorno sconsolato.
Il rapporto più intenso però è inutile dire che è stato con la Miccia. Come si è fiondata nella nostra vita ve l'ho già raccontato.
Dopo pochi mesi è rimasta incinta. La notte che ha sentito di dover partorire si è rifugiata in casa, nel nostro letto.
Quando è giunto il momento se n'è andata giù, in taverna, dove avevamo preparato una cesta. Ha fatto tutto da sola. Alla mattina sono scesa a controllare, perchè di solito era sempre in cucina ad aspettare la colazione e invece di lei non c'era traccia.
Era giù con i gattini, con uno sguardo che avrei compreso appieno solo alcuni anni dopo, un otto di agosto.
E' stata un mamma amorevole, per giorni e giorni non si è mai mossa da lì, sapeva cosa doveva fare.
Poi dopo un paio di settimane, appena svegli, ci chiedeva di uscire.
Lo sguardo vispo.
Voleva la sua ora d'aria.
Tornava appena prima di chiudere la porta per andare a lavoro.
Adesso che sono mamma mi trovo spesso a pensare a lei. Lo so, fa ridere. Ma se allora fossi già stata mamma avrei avuto una valida spalla su cui appoggiarmi. E che mi avrebbe compreso a suon di fusa, senza nessun pregiudizio.
Grazie Suster!