Vi presento Lillo.
E' uno dei due gatti dei genitori del MioAmore. Loro hanno una casa vicino a Otranto, e ci vanno spesso, anche e soprattutto lontano dall'alta stagione; Lillo però mal sopporta il lungo viaggio in auto, così spesso resta a casa, stavolta ospitato da noi.
E' un gatto buffo e particolare: è stato salvato da morte certa dai miei suoceri, che l'hanno trovato proprio in Puglia. Probabilmente non ha avuto a lungo contatti coi suoi fratelli gatti, il che l'ha reso incapace di comunicare correttamente con il resto del mondo felino. Per esprimere il concetto "oh, Attila, come sono contento di vederti!", ad esempio, Lillo soffia. I fraintendimenti sono all'ordine del giorno.
Altrettanto probabilmente, ha sofferto (molto) la fame durante le prime settimane di vita: questo ha causato un atavico appetito, che viene da noi prontamente soddisfatto. E' anche di bocca buona, mangia praticamente tutto quello che gli si propone. Salvo poi ingozzarsi e rimettere "a sorpresa"; ieri sera, quando la Purulla finalmente si era addormentata e mi accingevo a metterla a letto, Lillo -che fino a quel momento aveva dormito beato sul tappeto- si è alzato e ha vomitato a spruzzo, prendendo con un unico getto tappeto, due metri quadrati di parquet e se stesso. Grazie al MioAmore che ha pulito tutto con grande precisione.
E' inoltre un gatto dai molti nomi e soprannomi. In famiglia, l'ho sentito chiamare Lillo, Italo e Crimine. Non c'è da sorprendersi se soffre di disturbi della personalità e tende a comportarsi come un essere umano.
Noi lo abbiamo recentemente soprannominato gatto-nonno, per la pazienza con la quale sopporta gli assalti affettuosi della Purulla. Altri soprannomi sono gatto-lucertola e gatto-verde (non siamo daltonici, è DAVVERO verdastro).
Lillo non miagola, ma vi saluta tutti con il suo "mu mu!" e con un'immagine nella quale si dedica alla sua attività preferita.
(Queste foto sono state scattate nell'agosto 2007 nella casa pugliese, quando Lillo era più snello e abbronzato. Ora è decisamente più cicciotto).