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Robedamamma (the best of): biondi boccoli vs. caschetto a Playmobile

Da Robedamamma @robedamamma

Robedamamma - the best of: capitolo 6 - 30 marzo 2011

Guardare le altre bambine agitare al vento i loro boccoli biondi alla Shirley Temple, sfilare aggraziate con le loro mamme, rigorosamente tenute per mano, e rispondere, solo se interrogate, con gorgheggi e cinguettii delicati.

La parola che meglio le definisce è leggiadria. Se fossero animali sarebbero gazzelle.

Lei c'ha i capelli a Play Mobile (quelli che la sera li togli e li riponi sul comodino), il concetto di grazia risulta non pervenuto e dare la mano per strada le pare pressoché inconcepibile.

Parla costantemente, soprattutto se non interrogata, quasi sempre a sproposito e con accento variabile (dal pugliese al russo con tutte le sfumature del caso).

La parola che meglio la definisce è polpetta. Se fosse un animale sarebbe Happy Hippo, l'ippopotamo della Kinder.

Ascoltare al parco i nomi composti e altisonanti degli altri bambini, chiamati con benevolenza dai loro genitori: Pier Giacomo, Francesco Pio, Maria Grazia!

Lei ha un nome singolo di sette lettere, ma il più delle volte ne uso solo tre per fermarla prima che sia troppo tardi. Nel mio tono di voce la benevolenza viene giusto dopo la frustrazione, la disperazione e il panico.

Se avesse un secondo nome sarebbe Mannaggia-a-te, ma all'anagrafe, per ora, non mi è sembrato il caso di comunicarlo.

Spiegare alla Marmocchia che come primo tentativo di approccio con un nano coetaneo tentare subito il bacio sulle labbra è abbastanza azzardato.

Specificare che come secondo tentativo cercare di corromperlo con i Ray Ban della mamma è forse anche peggio.

Ma soprattutto, e in maniera inderogabile, togliersi le calze e proporre Zi puliamo i piedi? ... è davvero, davvero inqualificabile.

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