L’Auditorium Parco della Musica di Roma presenta una mostra dedicata a Robert Filliou. L’esposizione fa parte delle iniziative della Biennale Fluxus. La mostra (gratuita) è stata curata da Achille Bonito, e sarà aperta al pubblico dal 2 dicembre al 15 gennaio del 2012.
L’opera di Filliou è legata intimamente al concetto di parola. Avvicinatosi all’arte come poeta, il suo lavoro artistico ha poi abbracciato un mondo molto più vasto della sola poesia. Considerato un innovatore e un rompitore di schemi, le sue opere sono caratterizzate dall’interesse estetico di fare dell’arte uno stato di creazione permanente, dove i suoi limiti sono imposti dalla sola immaginazione.
Con questo in mente, è stata invitata dagli organizzatori dell’esposizione l’artista italiana residente a Londra, Sandrine Nicoletta, che realizzerà uno dei suoi lavori artistici sotto forma di performance, a cui la partecipazione del pubblico come attori risulterà fondamentale, mostrando un’interessante proposta di redifinizione dello spazio, per trasformarlo in un ambiente di benessere sociale, fisico e mentale.
Robert Filliou è nato a Sauve, Francia, nel 1926. A metà anni 40 si trasferisce negli Stati Uniti, e si iscrive ad Economia all’Università della California. Dopo la laurea lavora nel programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo della Corea. Nei primi anni 60 la sua vita subisce una svolta, che determina un cambio deciso sulla sua carriera e il suo modo di pensare, e che corrisponde al suo integrarsi con un gruppo di poeti ed artisti che mettono in discussione il sistema di dominazione imposto, e cercano un punto di vista più libero nell’arte, lontano dall’alienazione portata dalla società del consumo.
Tra le sue nuove amicizie si trova il poeta svizzero nato in Romania, Daniel Spoerri, il cui nome reale è Daniel Isaac Feinstein, conosciuto come una delle figure portanti dell’arte del dopoguerra. Insieme a Spoerri, Filliou realizza Pièges à mots (1964), un insieme di montaggi video su alcune espressioni correnti nel parlato.
Nel 1962, oltre ad integrarsi alla corrente artistica Fluxus, si presenta al Festival Misfits di Londra, dove presenta insieme al gruppo un dispositivo con ruote di bicicletta posizionate a mò di roulette, con parole al posto dei numeri, così da poter creare poesie effimere quanto casuali, cosa che attirò grandemente l’attenzione del divertito pubblico presente.
Il Fluxus (che in latino significa “flusso”) sorge negli anni 60 del XX secolo, e comprende tutte le espressioni dell’arte, oltre ad avere come dottrina principale il rifiuto a considerare l’arte come mercanzia. Il suo fondatore è il lituano George Maciunas, che ha definito il movimento come antiartistico e incorporante ogni tipo di materia, rompendo con qualsiasi tipo di classificazione esistente nell’arte fino ad allora.
Tra il 1965 e il 1968, Filliou installa uno spazio aperto alla creazione, insieme a George Brecht, nella città francese di Villefranche-sur-Mer. Questo consiste in un laboratorio dove poter assistere artisti e creativi vari, per condividere la propria visione creativa.
Durante gli anni 70, Filliou lavora su diversi supporti, materiali e formati, per creare le sue opere, e tra queste troviamo anche filmati video, come quelli girati in Canada. Un lavoro con la sua stessa immagine, che riproduce i codici dell’ironia tipica del Fluxus.
Per maggiori informazioni: http://www.auditorium.com/eventi/5095431
Questa esposizione è una buona scusa per passare qualche giorno meraviglioso negli appartamenti a Roma Non mancate di andare a fare le compere di fine anno, e gustare i migliori piatti italiani che si trovano in tutte le sue incantevoli trattorie e magnifici ristoranti.
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