Si apre con la citazione da Il drago rinato, volume scritto da Loial figlio di Aent figlio di Halan, dello Stedding Shangtai, Le torri di mezzanotte, nuovo volume firmato congiuntamente da Robert Jordan e Brandon Sanderson. E se il romanzo inizia con la citazione di un libro che in Randland deve ancora essere scritto, e che esiste solo sotto forma di appunti, si chiude con una delle Profezie dell’Ombra, uno di quei testi di cui abbiamo scoperto l’esistenza (ma non il contenuto) in La grande caccia, secondo volume della Ruota del Tempo.
Io avevo già letto il romanzo oltre un anno fa, quando Sanderson aveva dato alle stampe Towers of Midnight, e questo brano contiene spoiler relativi a tutti i volumi precedenti fino a Presagi di tempesta compreso.
Il 2012 secondo il calendario cinese è l’anno del Drago, e c’è un Drago del quale noi lettori seguiamo con impazienza da anni le vicende. Il suo nome è Rand al’Thor, il suo destino è stato profetizzato da tempo immemore e proprio quest’anno lo vedremo compiersi definitivamente. Se per il 2012 i Maya hanno profetizzato la fine del Mondo così come lo conosciamo, per Randland, la terra in cui si muove Rand, la fine del Mondo è iniziata. La Ruota gira, recita un vecchio proverbio. La Ruota tesse e la Ruota disfa, recita un altro. E con il suo girare, un girare senza fine, la Ruota sta giungendo infine alla fine.
In Presagi di tempesta Rand aveva avuto la sua apocalisse, nel senso greco di rivelazione. Era salito sul monte, e quando ne era sceso non era più stato lo stesso. Dopo quell’episodio tutta Randland non può più essere la stessa.
Avevamo lasciato la storia in un momento di luce, e la ritroviamo in uno di oscurità. Il prologo del romanzo ci ripropone diverse figure già viste — una delle quali sorprendente, e il cui solo nome costituisce uno spoiler — ma anche un punto di vista inedito. E ci fa scoprire che Tarmon gai’don è iniziato. Ecco qui il principio della fine, cominciato in Italia questo mese e destinato a trovare la sua apocalisse, nel senso moderno di fine del mondo, negli Stati Uniti prima della fine dell’anno, quando Sanderson darà alle stampe A Memory of Light. Per la prima volta, anche se solo per pochi mesi, Italia e Stati Uniti si troveranno insieme, fermi nello stesso punto, nell’attesa di un evento terribile che in poche centinaia di pagine potrebbe spazzare via tutto.
Il Drago è l’unico che può opporsi al Tenebroso, può salvare il mondo come distruggerlo causando una nuova Frattura. Cosa avverrà? Per saperlo dovremo aspettare ancora qualche mese, anche se io qualche sospetto e qualche certezza ce l’ho. Se Jordan aveva pensato di scrivere alcuni racconti definiti outrigger perché si sarebbero dovuti collocare al di fuori della linea di avvenimenti principale della saga, conosco un paio di nomi di persone che sopravviveranno a Tarmon gai’don. Certo, sopravvivere all’Ultima Battaglia non è garanzia di successo, come apprendiamo in questo volume grazie a un altro vertiginoso viaggio nel tempo, ma è comunque un indizio significativo relativo a qualcosa che dovrà accadere.
“E accadde in quei giorni, come in precedenza e ancora in futuro, che le Tenebre soffocarono la terra e schiacciarono il cuore degli uomini, e le piante non crebbero e la speranza morì. E gli uomini gridarono al Creatore: O Luce dei Cieli, Luce del Mondo, lascia che il Promesso nasca dalla montagna, secondo le profezie, come fu in epoche passate e come sarà in epoche a venire. Fai che il Principe del Mattino canti alla terra, affinché le piante crescano e le valli producano agnelli. Fai che il braccio del Signore dell’Alba ci ripari dalle Tenebre e che la grande spada della giustizia ci difenda. Fai che il Drago cavalchi ancora il vento del tempo.
Charal Drianaan Calamon,
Il Ciclo del Drago
Autore ignoto, Epoca Quarta”