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Roberto Banchini – Cronaca familiare del Mundial ’78: pane, sudore & Italia-Francia dalla provincia toscana

Creato il 01 giugno 2014 da Carusopascoski

Roberto Banchini – Cronaca familiare del Mundial ’78: pane, sudore & Italia-Francia dalla provincia toscana

Maremma che sudata, di certo mi Mà, ora farà storie a non finire stai a vedere.
”Sei sudato come una bestia, non lo vedi!” maremma però, mai uno che possa giocà a pallone tranquillamente e tornà a casa senza che ti brontolino, per i pantaloni sudici di erba o perché sei sudato dietro il collo…e che sarà mai!
Tanto il bagno lo faccio sabato nella vasca e mi lavo strabene, stasera leverò la maglietta e mi asciugherò con l’asciugamano, intanto mi dò una bella passatina con l’acqua della cannella nel viso e nel collo qui in giardino e poi una asciugatina con la”Fruit” bianca che indosso, bisogna anche che mi sbrighi c’è il partitone stasera.

Partitone e di che?
Ma dai dove vivete ?

Italia-Francia inizia il mondiale in Argentina, che ha dire la verità non so nemmeno dove sia esattamente sul mappamondo, comunque tutti ne parlano specialmente alla Casa del Popolo dove sono andato a comprà il gelato dopo pranzo insieme al mi babbo e tutti dicono che perdiamo di sicuro, e che sarà peggio che con l’ Haiti in Germania del 74.

Haiti??? Ma che è? Boh…
Ma questi grandi valli a capì…

Ecco arrivo in casa, meno male che c’è la mi nonna, e mi Mà è di là a “scarnì”, bene così un mi vede come sono sudato.
La mi nonna Maria fa finta di non vedere che son sudato, e il mi babbo è già di là in tinello che scalda il televisore e aggiusta il canale…naaa che voi che s’accorga, è lì tutto in tensione.
La tele in bianco e nero ha dei bottoni per cambiare i canali che sembrano sigarette.
E poi per accenderla ci vuole un casino, il mi babbo ha messo quell’aggeggio là sotto al carrello della tele che si deve scaldare, ma a che serve?
Dice lui per un “brucià” le valvole.
Boh comunque mi metto a sedere e mi vorrei tanto mangià un po’ di pane e Nutella, ma la mi mamma dice che mi fa male agli acetoni.

Che palle.

Poi mi porta da quella vecchina in campagna che “segna” gli Acetoni e che brucia lo zolfo nel focolare e mi fa vedere che tutti i “bahi” sono andati a finire dentro a un bicchiere con dell’olio dentro
Nahh, meglio di no, mangerò anche stasera pane e formaggio, e niente cioccolata, odio quel puzzo di zolfo bruciato e poi ho paura di quella vecchina, mi sembra una strega.

Ecco bene inizia la partita.

Di quella formazione li conosco quasi tutti specialmente “Antonio” Giancarlo Antognoni, il 10, mio idolo, e per forza, il mi babbo m’ha fatto una testa così con lui e con la Fiorentina di cui siamo tifosi.
Ma Paolo Rossi e Cabrini, chi sono?
Anche se è della Juvemerda, un giocatore che mi garba un casino, e non loro dirò mai a babbo, è Bettega.

Bettega ha una cosa che mi fa andare di fuori veramente.
Il colpo di testa in volo.

Quando Causio crossa dalla destra e la palla viaggia nel mezzo all’area a un metro di altezza Bettega si tuffa come un jet in volo e rimane sospeso in aria dritto come un fuso, finché non incorna la palla, sembra che il tempo si fermi .
Domandatelo a Clemence, il portiere dell’Inghilterra.
Comunque non è della Fiorentina e non lo deve sapere nessuno che mi conosce che a me mi piace Bettega.
Non lo sanno nemmeno Simone, Mauro e Paolo i miei migliori amici… quindi, acqua in bocca.
“Telespettatori italiani un saluto dal lontano Mar del Plata…” dice Martellini il commentatore della partita.

Ecco, ci voleva anche questo Mar del Plata… Ma dove stanno giocando?
Ma non era in Argentina?!

Palla al centro, battiamo noi.
Benetti fa un lancio lungo sulla fascia sinistra dove Causio non arriva.
La palla arriva al portiere della Francia Demanes che la ridà subito a Bossis, che scambia con Six, il che si invola velocissimo sulla fascia sinistra , sia Gentile che Scirea tentano di contrastarlo, ma Six li supera e fa un cross perfetto sulla testa di Lacombe, che incorna in rete alla sinistra di Zoff che fa il classico finto tuffo, per dire “Io ci ho provato a prenderla…”
Bellugi che marcava Lacombe rimane lì inebetito.
Ed anche Martellini.
“Peggio di così non poteva cominciare il mondiale” dice Nando che neanche si era accorto del gol.

40 secondi e siamo già 1 a 0 per loro.
Porcaccia Vacca.

Il mi Babbo comincia a sbraitare e anche io gli vo dietro, ci manca poco butto il panino col formaggio addosso al televisore, ma ho troppa fame.
“L’avevo detto che facevamo la fine di Valcareggi con Haiti” il mi babbo non ne può più.
Io torno fiducioso e gli dico “Vedrai che ora ci pensa Antognoni” con la bocca impastata di formaggio.
“E certo, chi vuoi che cambi la partita se non lui…” dice il mi babbo sempre meno fiducioso e parecchio sfavato.
Cominciamo ad attaccare noi ma in modo un po’ confusionario, sembriamo io e miei amici quando giochiamo giù nel campetto, e un paio di volte Six ci rivorrebbe fare lo scherzetto di prima insieme a Lacombe.
Arriviamo al 22° minuto e Bettega fa un colpo di testa dei suoi che impegna il portiere della Francia e sia io che il mi babbo picchiamo la testa nel soffito dal salto che facciamo.
29° attacchiamo dal centro e il pallone arriva sulla sinistra a Cabrini appostato in area dei francesi che pennella un cross in mezzo all’area.

E qui succede il finimondo.
Quasi da comiche mute del sabato dopo la scuola.

Bettega svirgola il pallone, che va finire sulla testa di Causio che incorna e prende il sette dei pali, il pallone finisce sui piedi di Rossi, che tira e centra in pieno pancia Causio che salva la Francia per un secondo, ma la palla finisce ancora a Rossi che insacca finalmente.

Gol!

Siamo pari.
“Lo vedi l’azione è nata da Antognoni, se un c’era lui un l’avremmo mai fatto il gol “dice il mi babbo.
Io non me lo ricordo.
Ma noi amiamo Antognoni, punto e basta, il gol è merito suo anche se un c’era.
Finisce il primo tempo e all’inizio del secondo Bearzot ci fa uno scherzetto.
Sostituisce Antognoni con Zaccarelli.

Una pugnalata ci avrebbe fatto meno male.

Io e il mi babbo siamo distrutti e non basta, al 7° del secondo tempo Gentile scende sulla fascia destra scambia con Rossi che lo fa scorrere e gli ripassa il pallone, il difensore della Juvemerda crossa sulla fascia opposta, dove, indovinate chi c’è?
Zaccarelli ovviamente.
Il quale di spalle si torce su se stesso e infila rasoterra alla sinistra di Demanes.

2 a 1 e senza Antognoni.
Cazzo, anzi cavolo. Sennò il mi babbo mi dà un ceffone.

Arriviamo alla fine con un po’ di affanno, un altro gol lo potevamo segnare anche noi, ma vinciamo lo stesso.
Arriva mi Mà che ha finito di “scarnì”.
“ Oh Omero, un lo vedi com’è sudato sto figliolo, vatti a cambiare dai…”
Nooo… ariborda!

Note

1. Nel 1978 avevo tredici anni. Il mio babbo è morto di un tumore nel novembre del 79, si chiamava Rocco Omero, e mi manca un casino. 

2. La donnina che “segnava” gli acetoni non è inventata, come tutto quello che ho scritto, usava a quei tempi, far “segnare i bahi o bachi”, ho ancora il terrore dello zolfo, anche se avevi un mal di pancia o un’emicrania era sempre colpa degli acetoni….

3. “Scarnì o scarnire le tomaie delle scarpe” è un lavoro del terziaro calzaturiero che svolgevano prevalentemente a casa le donne casalinghe.

4. “Oggi le comiche” fu mandato in onda, per la prima volta, nel 1971 il sabato dalle ore 13.00 alle ore 13.30 circa sulla Rai, includeva diversi cortometraggi, sonori e muti, dei primordi della comicità americana degli anni ’20 e ’30 e che ha consentito, alla nostra generazione, di potersi fregiare della conoscenza di attori del calibro di Charlie Chaplin, Stan Laurel, Oliver Hardy, Harold Lloyd, Buster Keaton.

5. Haiti e la Casa del Popolo: sono vere le affermazioni dei compagni che frequentavano il circolo, la paura del popolo dei commissari tecnici di bissare il flop fatto dalla nazionale di Valcareggi in Germania nel 74 era una cosa palpabile.

6. Si sudava tanto in quegli anni da bambini,più di oggi. E poi è proprio vero che in quegli anni gli odori degli uomini erano molto più forti. Me lo ricordo bene,anche di me stesso. Il “bagno” che sia doccia o vasca lo facevamo una volta alla settimana, il sabato. Se ti avvicinavi a i capelli di una compagna a scuola con gli occhi chiusi, sapevi di chi si trattava.
Rimaneva il fatto che il venerdi, sicuramente era più facile riconoscersi.
Odori che oggi, non sentiamo più.
E che qualcuno chiamerebbe: puzzo.

 


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