Roberto Giachetti a Regina Coeli. Analisi logica del video sullacandidatura alle primarie in 7 punti

Creato il 15 gennaio 2016 da Romafaschifo
Si potrebbe scherzare sul fatto che il video è stato girato mettendo in primo piano il candidato e subito alle spalle il carcere di Regina Coeli. Non è che ci voleva molto a direzionare l'inquadratura. Certo per capire che quello lì è Regina Coeli e che trattasi di una galera bisogna, un briciolo, conoscere la città e di conseguenza evitare, specie di questi tempi, gaffe inutili. Ma superiamo l'aspetto formale e entriamo in quello sostanziale analizzando il discorso di debutto di Roberto Giachetti come candidato alle primarie. Sì, primarie, perché anche se ancora non abbiamo compreso il motivo, a Roma si voterà nel 2016 anche se si era già votato nel 2013. Boh. Ma le consiliature non duravano 5 anni?

1. "La Roma che vedete alle mie spalle è la Roma da cartolina, la Roma della Grande Bellezza di Sorrentino"

Ecco noi, a cinquantacinque anni da La Dolce Vita di Fellini - che de La Grande Bellezza è in certo qual modo la prima parte - non ci possiamo capacitare che ci sia ancora gente in città, nello specifico il candidato sindaco del Primo Ministro, che non colga lo spirito critico e non certo magnificante di quel film e di quel titolo. Ecco allora diciamolo una volta per tutte: Sorrentino diceva Grande Bellezza per intendere il suo esatto contrario. Per intendere come questa grande bellezza tante persone, in particolar modo compagni di partito di Roberto Giachetti, sono riusciti ad umiliarla e a renderla marcia nel più profondo. Lo ripetiamo per l'ultima volta: La Grande Bellezza di cui parla Sorrentino non ha nulla a che spartire con la presunta bellezza della città di Roma, anzi ne denuncia la fine e l'abbrutimento. Okkay?
2. "La Roma delle periferie, dove tante persone normali devono condurre una battaglia"
Ma la vogliamo piantare con questa idiozia da Anni Settanta? Ma la vogliamo smettere con questa banalità delle periferie? Roma è l'unica città occidentale dove la differenza tra centro e periferia si è completamente perduta talmente è livellato e basso il livello dovunque. Roma è l'unica città del mondo dove la manutenzione urbana, la cura del verde, il layout degli spazi comuni è sostanzialmente simile nel quartiere affluente per antonomasia (Parioli) e nel quartiere popolare per antonomasia (Torbellamonaca). Questo è il dato da cui partire: il fatto che Viale Parioli present illegalità, ambulantato, sporcizia, graffiti, affissioni abusive, cartelloni, sosta selvaggia, violenza e prepotenza come e peggio di qualsiasi periferia. Se non si capisce questo passaggio si continua ad amministrare dicendo menzogne. Oggi tra periferia e centro c'è solo un piccolo - sempre più piccolo, visto che una Metro B l'aspetti 15 minuti pure se sali a Cavour - gap sui trasporti, per il resto è assolutamente tutto uguale e anzi molte parti del centro sono ridotte peggio della periferia più remota a causa dell'assurda pressione degli abusivi, degli ambulanti e delle auto.
3. "Roma deve cambiare anche nei suoi modi"
Piccolo passaggio di lucidità, poi perso nella sfilza precedente e successiva di banalità.
4. "Roma non cambia grazie ad una sola persona o ad una squadra in gamba"
Falso. Manco s'è candidato e già scarica le responsabilità sul bobbolo. Non c'è nulla di peggio e nulla di peggio in questi anni si è fatto a Roma. "Questa cosa non si può fare perché non c'è la cultura per farla, perché i romani non sono pronti, perché abbiamo altre abitudini". E così si è evitato di compiere decine e decine di adeguamenti alla civiltà. Quando Giachetti amministrava questa città Rutelli, sindaco, provò a fare una cosa semplice ma cruciale: lo spazzamento settimanale delle strade con divieto di sosta a rotazione. Si pulisce meglio, le strade così non si allagano e le fogne non si otturano, si sconfigge il fenomeno dell'abbandono delle auto parcheggiate, si scoraggia il possesso di auto private se non proprio necessarie. Ebbene Rutelli capì che quella era la strada giusta, la implementò, ci furono le proteste, si tornò indietro. Questo significa esattamente il contrario: ci si fa eleggere e poi, fino in fondo, si fanno le scelte senza indietreggiare anche se la feccia che ormai abita questa città si ribella. Anzi considerando positiva qualsiasi ribellione.
5. "Roma deve cambiare"
Aspettiamo di capire dove. Per ora le premesse sono tristi. Come ogni politico medio Giachetti smentisce se stesso (guardate la ricostruzione qui sopra, prima e dopo la richiesta del grande capo). Poi la butta sulle periferie come se fossimo dal barbiere. Nel mezzo c'è stato, come riportano i nostri tweet qui sopra, un pronunciamento a sfavore del Parcheggio interrato di Via Giulia. Peccato che per cambiare (non dovevamo cambiare?) questa città deve innanzitutto affrontare i temi relativi al suolo pubblico. Una delle principali strade per risolvere è quella di un governo radicalmente diverso della sosta. E lo si fa realizzando parcheggi interrati. Giachetti che ne pensa? 
6. "Non bisogna cambiare città, ma bisogna cambiare questa città"
Bravo. 
7. "Datemi consigli, idee sul futuro di Roma"
Non ci sono consigli, non ci sono idee: tutto fasullo. Non ci casca nessuno Giachetti, credici, non ci casca nessuno! A Roma i problemi sono notissimi così come le soluzioni: per applicarle occorre semplicemente inimicarsi le centinaia di migliaia di persone che campano grazie a degrado, anarchia e illegalità. E fino ad oggi nessuno ci è riuscito. Solo Marino ci ha provato, Giachetti, e per causa di averci provato è stato tritato da chi ora ti chiede di candidarti. Che dici, lo famo due più due? E tu chiedi le "piccole idee" (brividi) al bobbolo? Con la mail di gmail che manco vi siete fatti un dominio "giachettisindaco" che sono necessari 4 minuti netti? Namosù...
Giachetti è un bravo uomo politico, una persona onesta e affidabile. Ha un imprinting radicale autentico, è un combattente. Purtroppo è stato candidato da un partito che l'ha fatta troppo grossa. Così, semplicemente: troppo grossa. Ma troppo. Noi ci auguriamo che questo partito (e di conseguenza anche Giachetti, ma è solo una conseguenza) non vinca le elezioni a Roma.