Roberto Giachetti e il digiuno contro il Porcellum

Creato il 30 novembre 2012 da Tipitosti @cinziaficco1

Stava per morire di Porcellum. A salvarlo sono stati i suoi medici e in parte una lettera firmata da Giorgio Napolitano.

Roberto Giachetti, romano, del ’61, deputato Pd, per oltre quattro mesi si è alimentato solo con tre cappuccini, qualche caffè e un bicchiere di ace al giorno.  Un digiuno forzato per “ridare – spiega – centralità ad un tema che meriterebbe oggi una maggiore attenzione”. E cioè la riforma dell’attuale legge elettorale.

In questa intervista il deputato, che sembra molto pessimista, ci spiegherà perché la scelta di un metodo “pannelliano” per protestare e, soprattutto, ci racconterà come ha fatto a reggere ad una prova così tosta.

Onorevole, quando di preciso è iniziato lo sciopero della fame?

Ho iniziato il 4 luglio e ho sospeso per tre settimane ad agosto. Ho ripreso a settembre. Sono in tutto centoventritre giorni. Ho perso circa 18 chili.

Cosa l’ha spinta ad interrompere?

Sicuramente la preoccupazione del Presidente della Repubblica per la mia salute non mi ha lasciato indifferente. Non mi nascondo. Ma più che questo mi ha colpito la sostanziale coincidenza di visione che la lettera  contiene.

E cioè?

L’ analisi di Napolitano fornisce una rappresentazione desolante della vicenda politica intorno alla riforma del Porcellum, che coincide con quello per cui mi sono battuto in questi mesi. Ma sia chiara una cosa.

Quale?

Pur apprezzando naturalmente l’interessamento del Capo dello Stato e ringraziandolo per questo, una delle regole fondamentali della non violenza, a cui mi sono ispirato, prevede di non interrompere mai un’iniziativa solo perché è qualcuno a chiedertelo. Quindi l’unica ragione per cui ho interrotto il digiuno, considerando che sarei andato avanti sino al voto al Senato, è stato il mio quadro clinico incompatibile con la prosecuzione dello sciopero. E di fronte a questo, dato che non sono, né aspiro ad essere un martire o un eroe, ho sospeso.

Ha rischiato di morire per il Porcellum. Ne è valsa la pena?

L’ho fatto, perché credo che, come parlamentare, ho il dovere di fare di tutto affinché una causa che considero giusta venga considerata ed affrontata nelle forme che la democrazia ci mette a disposizione.  Quando mi sono accorto che dopo parecchi mesi di promesse non si è nemmeno iniziato ad avviare un serio percorso per arrivare  a riformare il porcellum, ho scelto di ricorrere ad una forma estrema di iniziativa non violenta, perché il tema potesse recuperare la centralità che merita.  Ed al di là dei contenuti, al di là della bontà o meno della riforma, il punto cruciale per me è sempre stato quello di focalizzare l’attenzione sulla necessità che la politica non disperdesse ulteriormente una credibilità già di per sé minata da scandali e inadempienze.

E allora?

Sicuramente, visti i tempi ormai pressoché scaduti, l’obiettivo che mi ero dato di interrompere al momento del voto al Senato l’ho mancato. Mi resta la magra consolazione di avere per lo meno contribuito a spostare il dibattito dalle stanze e dai caminetti di partito alla sua sfera di competenza, ovvero il Parlamento.

Ha rischiato parecchio. Se avesse continuato con questa forma radicale di protesta ci avrebbe rimesso la vita.  Non ha pensato a sistemi meno estremi?

Come lei avrà visto ci sono voluti 88 giorni di digiuno, perche l’iniziativa fosse almeno conosciuta. Se avessi usato altri strumenti quando se ne sarebbe mai parlato?

Come l’ha presa la sua famiglia?

I miei figli erano preoccupati per la mia salute perché, al di là del fatto che questo non e’ stato il mio primo digiuno, certamente e’ stato quello più lungo e fisicamente più debilitante. Tuttavia questo mi ha permesso, con loro, di usare il tempo per un confronto che probabilmente in altre situazioni non ci saremmo presi.

Se avremo una nuova legge elettorale sarà merito suo?

No e diffido chiunque dal farsi venire l’idea di attribuirla a me! E questo perché io penso che il lifting al porcellum che verra’ fatto – se ce ne sarà il tempo – rischia di essere nella migliore delle ipotesi una pura operazione di cosmesi e nella peggiore partorirà una legge raffazzonata, tardiva e in quanto tale insufficiente e non strutturale.

Molto pessimista. Quanto spazio hanno riservato alla sua battaglia i media, a parte “Europa”?

Durante tutti questi mesi, a parte qualche rara eccezione, molto poca. Ma capisco che nella percezione generale la politica faccia notizia ormai solo per i casi di corruzione, per i costi esorbitanti della macchina o per le cene di Arcore. Purtroppo anche i mezzi di informazione hanno le loro responsabilità quando scelgono di intingere il pane prevalentemente su certi argomenti, trascurandone invece altri che meriterebbero maggiore evidenza ai fini di una rappresentazione completa e non parziale della classe dirigente attuale.

Quanti messaggi di solidarietà le sono arrivati dai suoi compagni di partito?

Ho ricevuto molti attestati di stima e solidarietà da semplici cittadini, per strada, sui social network o via email, colpiti da una scelta a loro giudizio cosi “estrema”.  Dal punto di vista umano e politico da questo – devo dire – ho tratto grande sostegno.  Ho ricevuto messaggi anche da diversi colleghi. Oltre che da alcuni del mio partito segnalo anche quelli del presidente Fini e di Angelino Alfano, ma politicamente non credo di poter dire che i vertici del Pd abbiano mostrato vicinanza su questa vicenda, ne’ privatamente ne’ pubblicamente ed a prescindere dal fatto che la condividessero o meno. Mi dispiace dirlo, un’occasione persa. Per loro.

Nei faccia a faccia tra i candidati alle primarie del Pd, che lei sappia, qualcuno ha mai fatto un piccolo flash sulla sua battaglia e sulla necessità di cambiare la legge elettorale?

No, ma questo francamente non mi pare un problema. Qualche giorno fa si e’ parlato di riforma della legge elettorale soprattutto in chiave di alleanze future, ed entrambi hanno delineato – mi pare – i propri modelli di riferimento. Devo dire che in più di un’occasione Matteo Renzi ha trovato il tempo e il modo per citare la mia iniziativa e di questo ovviamente lo ringrazio.

La battuta che le ha dato più fastidio in tutto questo periodo?

Mangia!

Quella che l’ha spinta a tenere duro per tanto tempo?

Non ce n’e’ una. Piuttosto, ho apprezzato il coro di sostegno non pietistico della mia condizione fisica, bensì convinto della ragioni che hanno motivato quest’iniziativa.

La lettera, il messaggio di solidarietà che non s’aspettava?

Diverse. Ma ovviamente mai avrei immaginato di ricevere una lettera dal Presidente della Repubblica del tenore che avete potuto leggere.

Chi vuole cambiare davvero questa legge? Le prossime elezioni politiche si faranno con una nuova legge elettorale?

In parte ho già risposto quando ho parlato di lifting al Porcellum. Diciamo che i tempi tecnici ancora ci sono. Il problema sono quelli politici e onestamente non sono in grado di dire – semplicemente osservando l’iter pregresso della vicenda – se questi ci porteranno ad una soluzione condivisa e definitiva.

Se non se ne farà niente nei prossimi mesi, tornerà a digiunare?

Assolutamente no. Mi ero dato un obiettivo e prendo atto che, sia che si faccia una “riformicchia” sia che ci si tenga il Porcellum, purtroppo l’esito e’ sotto gli occhi di tutti.

In questo momento e con la salute vacillante che si ritrova quanta importanza dà alle primarie del suo partito?

Le primarie sono un fatto di straordinaria importanza non solo per me, ma per il Partito democratico e per tutta la politica italiana.

Al ballottaggio per chi voterà?

Voterò convintamente per Matteo Renzi.

E’ cambiato qualcosa nella sua vita dopo questa esperienza?

La non violenza, tra le tante virtu’, ha quella che ogni volta che la metti in pratica ti lascia qualcosa in più.

Si sente un tipo tosto?

Politicamente preferisco essere considerato una persona solida e libera.

   Cinzia Ficco


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