Mite: per capirlo basta, se non avete mai avuto la fortuna di parlargli, o di sentirlo parlare, guardare una sua fotografia.
Sovversivo: nella tradizione del socialismo emiliano anarcoide, visionario, acceso d'utopia.
Tra i pochi intellettuali italiani capaci di ignorare il mercato culturale e spesso surclassarlo dall'alto della sua formidabile indifferenza agli elogi e al denaro, pubblicando per minuscoli e sconosciutissimi editori, e dicendo, del mestiere di libraio, che il suo aspetto spiacevole è vendere, perché separarsi da un libro è sempre una privazione.
Capace di spendersi nelle minuzie (riviste minime hanno dovuto patire, per avere un suo articolo, assai meno di grandi giornali) e poi di viaggiare tranquillo dentro il pop, le hit parade, le radio per ragazzini, scrivendo testi per Dalla ("Automobili" è un capolavoro totale) e per gli Stadio.
Lo cantava anche Morandi ("chiedi chi erano i Beatles"), forse il cantante italiano più popolare di tutti i tempi. Il poeta Roversi volava dai libretti stampati in trentacinque copie ai milioni di dischi: prodigi della vera libertà intellettuale, quando c'è.
(Michele Serra, Quel sovversivo mite ci ha insegnato la libertà di pensiero, da Repubblica del 16 settembre)