Intendiamoci: non sono assolutamente quel tipo di cinefilo "snob", con la puzza sotto il naso, d'estrazione radical-chic e che aborrisce tutto ciò che proviene da oltreoceano. Ho sempre diviso i film in belli o brutti, indipendentemente dai budget o dagli incassi, e vado a vedere indifferentemente i grandi kolossal come i piccoli e invisibili film d'essai. Vi giuro che non ho pregiudizi e, tanto per essere chiari, considero Il Signore degli Anelli un titolo epocale di questo inizio di millennio.
Tutta questa lunga premessa per dire che Robin Hood è, semplicemente, un film orrendo. Aldilà di quanto sia costato e di quanto incasserà. Non posso scrivere una recensione circostanziata perchè non ho problemi ad ammettere che l'avrò visto si è no per metà, in quanto per il tempo restante le mie palpebre proprio non volevano saperne di stare aperte, e già questo la dice lunga. Ecco, prima ho citato Peter Jackson non a caso: la sua trilogia tolkeniana è stata così strabiliante che, inevitabilmente, ha sdoganato un genere (il fantasy) che poi ha fatto proseliti in tutte le latidudini, anche se con risultati spesso non così eccelsi. E questo Robin Hood, inutile girarci intorno, scimmiotta in maniera considerevole il già citato Lord of Rings: è impossibile, infatti, catalogare come film "storico" questa insulsa accozzaglia di luoghi comuni e altre amenità di genere... Il Robin Hood di Scott non ha alcunchè di storico, nè si limita a raccontare più o meno decorosamente le gesta dell'arciere di Nottingham, anzi: la Storia la prende beatamente a pesci in faccia, propinandoci una tale sequenza di sciocchezze, incongruenze e strafalcioni da far rabbrividire, adottando come miserabile pretesto il fatto di voler raccontare un Robin "giovane", in una sorta di prequel, ottimo escamotage per poter girare, appunto spudoratamente, un qualcosa che si avvicina molto più alla fantascienza.
Ciò che rende Robin Hood assolutamente insopportabile sono il rumore e l'enfasi che accompagnano ogni scena: mai visto in tanti anni un film più fracassone di questo! Due ore e mezza di urla, strepiti, clamore, grida assordanti e battaglie interminabili, raccontate in maniera inverosimile e in stile-playstation: tutto sopra le righe, caotico, estenuante. Come dicevo all'inizio, vorrebbe essere un film d'azione ma tutto questo chiasso finisce col generare nello spettatore l'effetto diametralmente opposto: stanchi di tanto strepitare, si finisce con l'addormentarsi e assuefarsi alle grida. A tutto ciò contribuiscono in buona misura anche gli effetti speciali, presenti in quantità industriale e debordante: niente infastidisce di più, infatti, che vedere in un film che vorrebbe (e daje) essere storico una serie di sfondi palesemente digitalizzati con la computer-graphics. Lo stesso motivo, in pratica, per cui avevo profondamente odiato un'altra "perla" dell'insulsaggine come Il Gladiatore. Solo che lì, almeno, avevamo un Russel Crowe ben tonico e palestrato, e con una recitazione un po' oltre il minimo sindacale. In Robin Hood invece la pluripremiata star australiana appare imbolsita, invecchiata e inadeguata. Assolutamente inguardabile, proprio come il film.VOTO: *