Quello che rimane di Alex Murphy è però durissimo a morire, la sua biologia sembra più forte della sua parte robotica....
Appena cominci a vedere un film vieni assalito da una pioggia di citazioni e non certo del primo RoboCop.
Un anchorman che sembra preso di peso da un Hunger Games a caso ci conduce in uno scenario di guerra iraniano in cui robot stanno rastrellando case alla ricerca di terroristi islamici ( e qui, fatta la tara all'ambientazione iraniana invece che sudafricana sembra di trovarsi nella parte iniziale di District 9) e poi parte direttamente il colpo al cuore con i droni che sembrano versioni mignon dei giganteschi AT-AT ,i camminatori che avevo conosciuto per la prima volta al cinema quando, pischelletto , ero andato a vedere L'impero colpisce ancora.
Ah si ci sono anche vari robot poliziotti che scannerizzano i passanti e coloro che potenzialmente possono essere delle minacce e che sembrano una versione aggiornata del RoboCop di Verheoeven.
Che dire di questo che dovrebbe essere un remake e invece si ispira solo parzialmente al bellissimo film originale?
Quindi qualche randellata la merita ma meno di quelle previste, diciamo che c'era la previsione di un crampo al braccio e invece avremo solo un indolenzimento....
Parecchio solluccherosa ad esempio la sequenza in cui i ricordi di Murphy , matrimonio e ballo, vengono gradualmente svuotati per svelare la sua natura di residuo umano attaccato a delle macchine.
E rimane impressa anche la visualizzazione della fabbrica di robot.
Dal punto di vista dei contenuti vengono affrontate ma non eviscerate a dovere alcune tematiche che hanno un certo interesse: l'egemonia americana nel mondo, nazione che ha il vizietto di esportare democrazia a suon di armi, l'importanza dei mass media che orientano pesantemente l'opinione pubblica, un certo accarezzare il giustizialismo fascistoide che si esprime in un modo veloce e definitivo di eliminare i delinquenti ( in tutti i sondaggi risulta che la maggior parte degli americani è favorevole alla pena di morte, l'americano medio approva questo tipo di amministrare legge e giustizia), il conflitto uomo/macchina e l'uso della scienza che dovrebbe salvare vite e far crescere l'uomo e invece può essere usata per distruggere.
Purtroppo a questo RoboCop per essere un blockbuster manca di ritmo, per essere preso un po' più seriamente non ha sufficiente profondità e non bastano una regia sul filo dello stravaso di adrenalina e due tre divi sparsi un po' qua e un po' là per farne un buon film.
E comunque secondo il mio modesto parere c'è un miscasting clamoroso: se Kinnaman recita molto meglio con la maschera tirata giù perchè tanto al massimo articola due-tre battute prima che gli scoppi il mal di testa e nominata la parrucca orrida che indossa Samuel L. Jackson ( forse il personaggio meglio riuscito proprio perchè una caricatura ), Keaton disegna un villain assolutamente inadeguato e Oldman uno scienziato assalito dai sensi di colpa che non attrae per niente.
Invertendo le parti probabilmente ci sarebbe stato un risultato migliore, avremmo rivisto i riflessi luciferini che conoscevamo dello sguardo di Oldman e anche Keaton ( che nella sua carriera ha fatto pochissimi ruoli da cattivo, in questo momento ricordo solo quello di Uno sconosciuto alla porta , thriller su commissione di John Schlesinger ) forse si sarebbe trovato maggiormente a suo agio.
Il RoboCop 2014 ha una bella tutina aggiornata ai tempi e romba per le strade con la motocicletta di Batman.
Non basta a farne un buon film, basta semplicemente a rinsaldare il ricordo.
E forse questa è la qualità migliore di questo filmetto che è meglio della spazzatura preventivata ma è ben lontano dall'essere un buon film.
( VOTO : 5 / 10 )