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Rocco Buttiglione: è un’aberrazione lasciare scegliere il Presidente del Consiglio al popolo

Creato il 08 febbraio 2012 da Iljester

Rocco Buttiglione: è un’aberrazione lasciare scegliere il Presidente del Consiglio al popolo

Se avete letto il Mattino di Napoli, sicuramente vi saranno caduti i cosiddetti. No, perché se vi è capitato di leggere l’intervista a Rocco Buttiglione (UDC), sarete certamente inorriditi. Il parlamentare democristiano parla della legge elettorale, e se già avete letto il titolo (e il sottotitolo) di questo post, certamente già immaginate il tenore dell’intervista. Ma andiamo nello specifico e vediamo cosa ha dichiarato.

Il giornalista de Il Mattino gli fa una serie di domande su presunto accordo PD-PDL per riformare la legge elettorale, e il filosofo non si lascia sfuggire l’occasione per ribadire che il miglior sistema è quello dove sono i partiti che scelgono e scelgono dopo le elezioni. Praticamente ci sta dicendo che si stava meglio quando si stava peggio, e cioè quando governava il pentapartito. Roba da fare venire il latte alle ginocchia.

Vediamo però alcune perle del nostro politico, e partiamo da quella del titolo. Il giornalista gli chiede come si immagina la legge elettorale e se si parte da un sistema di coalizione con un candidato Premier. Buttiglione risponde:

Ritengo che ogni partito debba potersi presentare da solo. Se poi ci sono preventivamente delle coalizioni già definite ben venga. Possono anche indicare il candidato Premier, ma poi il presidente del Consiglio deve essere votato dal Parlamento: lasciare la scelta al popolo è un’aberrazione.

Cioè capito? Si torna al vecchio sistema partitocratico. Anzi, sarebbe un full immersion nel passato. Il peggiore amarcord di sempre. Il Rocco non solo suggerisce che le coalizioni predefinite possono essere l’eccezione ma non la regola (oggi invece le coalizioni  predefinite al momento del voto sono la regola), ma addirittura ribadisce che il candidato Premier deve essere eletto dal Parlamento, essendo aberrante che venga eletto dal popolo. Ergo, se ne deduce che in USA come in Francia hanno un sistema aberrante.

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Leggere fra le righe è assai facile. Buttiglione ha nostalgia del vecchio pentapartito, delle sue logiche spartitorie e dell’ambiguità politica della Democrazia Cristiana. Il popolo — nella sua ottica — è solo un notaio che deve pre-certificare (con il voto) gli accordi che poi andranno a fare i partiti nelle stanze del potere. Come avveniva in passato, del resto, in barba al popolo e alle sue scelte.
Ma facciamo un passo indietro. Il Buttiglione, alla domanda del giornalista sulle coalizioni, afferma che queste non devono essere obbligatorie (e del resto, la risposta data più su lo dimostra), aggiungendo qualcosa di più che certifica in modo inequivocabile il desiderio forte di ritornare alla peggiore partitocrazia:

… un partito moderato a un certo punto [deve, n.d.a.] poter dire addio all’alleato estremista se ritiene che ci siano divergenze di programma elettorale da realizzare.

Detto in soldoni, ogni partito deve poter fare come le prostitute: deve potersi vendere al migliore offerente politico, quello che — nel momento — gli dà maggiori garanzie per quanto riguarda il potere e le poltrone. In altre parole, Rocco Buttiglione predica il valore (il valore?) delle maggioranze variabili (o dei dieci forni). Il popolo vota, ma poi chi governa sono i partiti, secondo le loro regole e secondo le loro logiche.

Infine l’ultima perla. La possibilità per i partiti di creare le grandi coalizioni, del tipo “tutti insieme appassionatamente”. E lo fa a proposito della domanda sul bipolarismo. Leggete:

… Per noi il sistema può restare tendenzialmente bipolare con la contrapposizione di due schieramenti, ma anche con la possibilità di una grande coalizione, come di fatto lo è quella che oggi sostiene Monti.

Non ritenete si tratti di una porcheria allucinante, espressione della peggior specie di partitocrazia italica? Ebbene io sì. Vado a rimettere. Voi intanto leggete il resto, se avete stomaco.

Intervista a Rocco Buttiglione – Il Mattino

di Martino © 2012 Il Jester 


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