Incontrate parole come queste, in Rock & Gol di Benedetto Ferrara (Cult edizioni).
Incontrate personaggi come persone vive che dicono cose così: e forse siete proprio voi che quel giorno vi siete svegliati male, che non sapete dare un senso alla vostra vita mentre intorno tutto si sbriciola, mentre non resta che aggrapparsi all'emozione di una canzone, giusto quella, o all'attesa della partita della squadra del cuore, la partita della vita, perchè si sa, è facile che certi treni non passino due volte, se la tua squadra del cuore è quella che è...
Potete essere voi, o almeno potete facilmente indossare quei panni, se a cucirveli addosso è uno come Benedetto Ferrara.
Che poi è uno a cui per forza devo essere grato. Per quanto mi riguarda è uno dei migliori giornalisti sportivi in circolazione, e lo dico anche a prescindere dall'ovvia constatazione che tifiamo per la stessa sciagurata squadra, con la sua storia avara, pochi lampi di luce in tanta storia magra.
Gli sono grato anche per la musica, per le sue tante buone dritte da enciclopedista del rock che mi ha fatto arrivare dalle pagine dei giornali come dai microfoni di una radio.
Però posso anche a fare a meno del background, perché in questo libro c'è già tutto questo, c'è ed è inevitabile.
Il calcio, la musica, i sogni, l'immensa capacità di complicarsi la vita. Che poi sono gli ingredienti necessari per continuare a sentirsi ragazzi adulti. Mai davvero cresciuti, malgrado l'anagrafe. Roba da portarsi in palmo di mano. Roba da prendersi a schiaffi.