Rojo di rabbia

Creato il 09 settembre 2011 da Lozirion

Ciao a tutti!
Lo scorso 31 agosto è uscito il nuovo album di Giorgio Canali con i Rossofuoco. Giorgio, per addetti ai lavori e appassionati rappresenta una garanzia, e per chi non lo conosce ci pensano la sua vita e la sua carriera a dire tutto quel che c'è da dire, classe 1958, chitarrista, cantante, fonico e produttore, comincia lavorando come tecnico del suono per Litfiba e PFM, poi entra a far parte degli ultimi CCCP Fedeli alla linea, quelli dell'eccezionale "Epica Etica Etnica Pathos", quarto e ultimo album della band, poi fonda dalle ceneri di questi e altre band i Consorzio Suonatori Indipendenti, finchè pure questa band non gli basta più e si concentra sulla carriera solista, accompagnato dai Rossofuoco. Dal 2002 sforna album decisamente di alto livello, e nel frattempo si diletta a fare il produttore discografico, dando il via alle carriere di alcuni tra i più interessanti e talentuosi artisti, come Verdena e Le luci della centrale elettrica, tanto per citarne un paio.
Da sempre ribelle e cultore della resistenza, Giorgio scrive testi che parlano di prolemi reali, e lo fa raccontandoli dal punto di vista della gente comune, di quella che si incontra per strada, o alla fermata dell'autobus, proprio come Vasco Brondi, suo ultimo pupillo, ma con in più un'esperienza da fare invidia a buona parte dei musicisti in Italia. Nel 2009 si distacca leggermente dal canovaccio dei suoi album precedenti, scrivendo un'opera più introspettiva, un vero capolavoro che si intitola "Nostra Signora Della Dinamite", dopodichè per diverso tempo soffre del blocco da foglio bianco perchè, dice testualmente, "che posso farci se mi guardo intorno e l'unica cosa che mi viene da scrivere è “porcodìo”?", poi una mattina si sveglia con in testa la Carmagnole (un canto popolare francese che i sanculotti cantavano durante la rivoluzione), si sente come folgorato e, ascoltando senza una logica ben definita altri canti popolari si rende conto di quanto certi sentimenti siano ancora vivi ed attuali, e si apre finalmente il varco per il fiume in piena dei suoi pensieri decisi, confusi, delusi e rabbiosi, che in poco tempo assieme alla band rinnovata per diversi motivi si trasforma in una tracklist lunga 11 canzoni, dal titolo tanto semplice quanto ricco di significato.
L'album si intitola "Rojo", in spagnolo per le ultime scorribande di Giorgio nelle terre ispaniche, "Rosso", perchè il sangue che ribolle è rosso, perchè la rabbia è rossa, perchè Giorgio è rosso, perchè "chi è contro è rosso", come avrebbe detto Gaber, perchè il cuore e i sentimenti non possono che far venire alla mente il rosso, perchè la voglia di cambiare le cose è rossa, e soprattutto perchè se c'è chi dice che per vivere meglio bisogna vedere tutto azzurro è vero che però a volte bisogna vedere rosso, e incazzarsi per un mondo migliore, e soprattutto nostro....
Le sensazioni nervose che hanno dato vita all'album sono chiare già dal primo pezzo, "Regola #1", un invito ad incazzarsi e urlare, e allo stesso tempo un'analisi schietta di come tutto ciò che finisce in TV diventi un facile bersaglio di accuse e strumentalizzazioni, che si apre con una frase che suona come un pugno nello stomaco: "Benvenuti tra gli effimeri/Benvenuti al mondo/State entrando nel poligono di tiro/Dalla porta sul fondo". La successiva "Ci sarà" non abbassa il ritmo, e dimostra la voglia di vedere al di là del normale, al di là dello scontato e dello standard, a costo di sbagliare mille volte per riuscirci, ma "un motivo ci sarà"....
I testi di Giorgio sono corrosivi e schietti, e di certo il cantautore romagnolo non ha paura di vomitare tutto il suo dissenso per le ingiustizie, per la chiesa a cui non manca mai l'occasione di lanciare frecciate, e per un uniformarsi in cui troppa gente cade ogni giorno; tutti questi argomenti Giorgio li tratta in canzoni fulminee, di 3-4 minuti, secche, essenziali e allo stesso tempo ricche di messaggi, proprio come il primo singolo estratto dall'album, "Carmagnola #3", 3 minuti e poco più di urla contro un sistema che va cambiato, e che va cambiato dalla gente comune, come fecero i sanculotti più di 200 anni fa', contro una classe dirigente che "Non se ne va con i per favore/Non se ne va chi ha troppo da lasciare", una classe dirigente che per smuovere il culo dalle sedie deve essere costretta da una vera rivoluzione. "Carmagnola #3" è un rock potente, sparato nelle orecchie al massimo volume e in tre lingue (italiano, francese e spagnolo), perchè la voglia di resistere e non farsi schiacciare non ha paese, nè tantomeno lingua....
La rivoluzione è uno dei fili conduttori di tutto l'album, e ritorna ciclicamente a farsi sentire in pezzi come "Morire di noja", "Risoluzione strategica #6" e "Sai dove", ma non c'è solo il rosso della rabbia e della rivoluzione in "Rojo", c'è spazio anche per il rosso dei sentimenti, dalla delusione per gli amori finiti di "La solita tempesta", ottimo duetto con Angela Baraldi (la Giorgia Cantini di "Quo Vadis, Baby?" nonchè compagna di viaggio di Giorgio per il tour tributo ai Joy Division per il trentennale della morte di Ian Curtis), passando per le contrastanti emozioni di "Treno di mezzanotte", la disarmante "Un crepuscolo qualunque", e la disillusione per il tran tran di vite tutte diverse ma allo stesso tempo tutte lineari di "Orfani del cielo", fino all'apoteosi di una delle più belle ballate della musica italiana degli ultimi anni, "Controvento", una discesa nel profondo del cuore travestita da un lungo viaggio notturno controvento, e forse contromano, con solo la radio e i propri pensieri a fare compagnia....
In 11 brani si può dire tutto o niente; Giorgio ha scelto la prima possibilità e in poco più di 45 minuti dà senso ai suoi pensieri con un rock che ricorda vivamente il suo passato accanto al sound progressivo e alternativo di PFM e Litfiba, anche se condotto da quello duro e secco tipico del punk dei CCCP, con non poche strizzate d'occhio alla musica d'autore italiana e internazionale, con citazioni, seppur storpiate, ed elementi d'oltreoceano come l'armonica strumento per eccellenza del folk polveroso alla Dylan. Insomma, un album ricco, di significato quanto di quella qualità che troppo spesso nella musica italiana viene messa da parte a favore di qualche passaggio in più sulle radio nazionali. Giorgio è un rocker, e suona uno strabordante e fottutissimo rock'n'roll, senza mezzi termini quando c'è da urlare e senza vergogna quando c'è da parlare a cuore aperto, Giorgio è un artista e un idealista, le cose importanti sono la sua musica e i suoi messaggi, e che si fottano stadi pieni e mucchi di soldi, perchè, come lui stesso ha detto una volta, "Io penso che alla fin fine nel rock quello che vale è la gente là fuori che urla"....
Voi nel frattempo gustatevi le due facce del rosso di Giorgio Canali....

Tracklist:
1. Regola #1
2. Ci sarà
3. La solita tempesta (feat. Angela Baraldi)
4. Carmagnola #3
5. Controvento
6. Morire di noja
7. Treno di mezzanotte
8. Sai dove
9. Un crepuscolo qualunque
10. Risoluzione strategica #6
11. Orfani dei cieli

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