"Orlando sente che la morte lo invade / dalla testa sul cuore gli discende. / Sotto un pino se ne va correndo / sull’erba verde s’è coricato prono / sotto di sé mette la spada e il corno..."
Chi non ricorda i versi immortali della Chanson de Roland nella traduzione italiana che ci arrivava felice, sui libri di Scuola Media? Il suono del corno di Rolando invano cervava soccorso, e la morte dell'eroe come un martire cristiano, arrivava per fa piangere di nascosto i nostri cuori di ragazzi. Di Rolando sapevamo il nome del suo corno, Olifante, della sua spada, Durlindana, ma il suo cavallo non aveva nome. Impossibile per un Cavaliere avere un cavallo senza nome. La ricerca non è sembrata vana. Il cavallo di Rolando si chiamava Vegliantin italianizzato Vegliantino, e almeno così ci dice la voce arrivata da una bottiglia del mare di Internet.
La morte di Rolando e del suo cavallo sono stati per anni le cantate narrazioni di strada dei Pupari; ma fin dal primo apparire dell'antico manoscritto medievale, in francese antico, artisti e poeti in tutta Europa l'hanno evocata. E continuano ad evocarla.
Nei primi giorni di primavera, una domenica a Torino, in una via del centro pedonale aperta alla libera esposizione di pittori e sculturi, ho incontrato Mario Bassi che esponeva una scultura in fibra di vetro, ad altezza naturale, di Rolando morente insieme al suo cavallo. Un'opera di grande impatto e forza plastica. Ed è stata l'occasione per conoscere la storia affascinante di questa opera d'arte. Bassi nella sua ritrosia e modestia non vuole essere chiamato maestro artista, l'arte è una passione che integra la sua abituale occupazione nel Verbano dove ama vivere con i suoi cavalli, ma tant'è, la storia e il valore dell'opera restano indiscutibili.
La storia ora ha avuto una tappa importante del suo viaggio: l'opera è arrivata finalmente a Roncisvalle, lì al confine tra la Francia e la Spagna dove Rolando morì, pronta ad accogliere tutti i viandanti che si recano a piedi, in bicicletta, o a cavallo, a Santiago di Compostela, perchè Roncisvalle oggi è un piccolissimo agglomerato proprio sul sentiero che porta al famoso Santuario votivo. Nella sua modestia l'artista oggi è felice di questo ritorno di Rolando e il suo cavallo a Roncisvalle e con diversa modestia anche la Galleria d'Arte AM_ART oggi è altrettanto felice di dare la notizia in anteprima in Italia e nella planetaria Blogosfera.
Antonio Miredi
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