La "pena" prevede che i nostri si occupino di due ragazzini con dei problemi: a Danny tocca Augie, chiuso nel suo mondo fatto di giochi di ruolo e signori degli anelli vari, a Wheeler Ronnie, sboccato e pronto a dare battaglia all'ennesimo adulto che gli viene assegnato.
Devo dire che il mio fratellino Dembo comincia a conoscermi bene.
Quando mi suggerì di recuperare Role models, una decina di giorni fa, la mia mente passò da una cosa scassona ed action come The Losers al "nostro" indimenticabile Suxbad, senza sapere bene cosa aspettarmi, a parte il fatto che faceva parte del cast la sempre agguerrita Sue Sylvester che tutti gli spettatori di Glee hanno imparato ad amare.
Risultato: pur non raggiungendo le vette toccate dalle imprese di McLovin, Role models è stato un ottimo intrattenimento godereccio appartenente meritatissimo dell'Apatow-movement che tante perle sta regalando a noi vecchi, inossidabili cazzoni sempre pronti ad una serata tra amici ed una risata - anche di troppo -.
Inoltre, due elementi hanno permesso che percepissi Role models in modo molto più personale rispetto ad altre pellicole dello stesso genere: il servizio civile e i Kiss.
Come altre volte mi è capitato di raccontare, i dieci mesi che spesi tra il 2000 e il 2001 in modo da esaurire i crediti dello Stato sulla mia persona - peraltro, ricordo che fui l'unico tra i miei amici a passare al primo colpo le visite dei famigerati "tre giorni" e ad essere chiamato per adempiere ai miei doveri - furono tra i più importanti e formativi che mi sia capitato di vivere nel corso della mia vita.
Fu l'occasione di cimentarsi in qualcosa che non avevo mai fatto prima e scoprire come rapportarsi a problematiche fino a quel momento da me praticamente neppure immaginate.
Dall'altra parte, come il mio antagonista Cannibale ben sa, i Kiss sono state una delle band responsabili del mio amore per il rock e per le maschere, per i fumetti e per il senso di spettacolo che ancora oggi mi attanaglia e mi fa godere di tamarrate inusitate come, ad esempio, il wrestling - che se solo avessi un pò più di tempo e qualche anno meno continuerei a praticare dopo la mia esaltante esperienza legata ad un incredibile regalo di Julez, ma questa è un'altra storia-.
Tornando al film, non posso certo dire che si tratti di una pellicola fondamentale ed assolutamente necessaria per uno spettatore, eppure nell'ambito della commedia demenziale made in Usa di cui sopra si colloca ben al di sopra di altri titoli più noti e riconosciuti - qualcuno ha detto Molto incinta? -: inoltre, il valore aggiunto dato dalla presenza di Christopher Mintz-Plasse, vero e proprio nuovo oggetto di culto del panorama attoriale giovane, è assolutamente incalcolabile, e rende davvero al meglio in un contesto come quello dei giocatori di ruolo dal vivo ricco di sfigati e subnormali a livelli che voi umani non potreste neppure immaginare - e lo dico da conoscitore della materia, essendo stato frequentatore, almeno in passato, delle fiere di fumetti, nonchè giocatore di ruolo, pur se "solo" da tavolo -.
L'accettazione del diverso e la crescita interiore legata al confronto con lo stesso è un tema vecchio come il mondo, e qui neppure affrontato nel modo più originale possibile, eppure a volte bastano una semplice buona dose di onestà ed autoironia per trasformare un potenzialmente banalissimo filmetto in un divertente intrattenimento pomeridiano.
Inoltre, Sean William Scott e quel suo essere tamarro - spalleggiato dal piccolo, terribile Ronnie - rientra perfettamente nella mitologia fordiana degli ultimi anni, e culmina nella battaglia tra giocatori di ruolo sul terreno della quale i nostri si presentano in formazione piena e truccati come i suddetti Kiss.
Ovviamente, come il sottoscritto ai tempi in cui mi cimentai nell'impresa, lo stesso Scott impersona "Space" Ace Frehley, da sempre il mio favorito della band.
Chissà che un giorno non decida dunque di ripetere l'esperienza - facendomi clamorosamente buttare fuori di casa da Julez - e di pubblicare una foto della versione fordiana dei Kiss.
Bastano solo altri tre volontari.
E mi offro, tramite attenta parafrasi, di ripagare i fortunati spiegando nel dettaglio il sottotesto culturalmente superiore di Love gun.
MrFord
"No place for hidin' baby
no place to run
you pull the trigger of my
love gun, (love gun), love gun
love gun, (love gun), love gun."
Kiss - "Love gun" -