Strappo alla regola per una volta e oltre alla locandina originale americana non ho resistito alla bellezza di quella giapponese (più sotto). Un'attenzione poi che questo film si merita tutta, dico subito che è un Olimpo senza margine di discussione. L'ho visto in lingua originale, e apprezzato comunque anche se ho capito poco di quell'accidentaccio di slang texano. Poi mi sono letto la recensione di Napoleone ed è stato come rivederlo. Consiglio di leggerla con attenzione e di assaporarne sia la competenza che la passione.
Johnny Vohden/Tommy Lee Jones:-“Sto andando ad uccidere un sacco di gente.”
Automatic Slim/Luke Askew :- [Ultima Battuta] “Porta il tuo culo quaggiù, flyboy!”
Linda Forchet/Linda Forchet :-“Perché rimango sempre invischiata con degli uomini pazzi?”
Maggiore Charles Rane/William Devane :-“Perché è l’unico genere che rimane.”
Janet/ Lisa Blake Richards [Lisa Richards] :-“Charlie…Ero così nervosa che…eh…Cliff è venuto un giorno a guidare fino qui. Ti ricordi di Cliff.”
Cliff/Lawrason Driscoll :-[a Mark, figlio di Rane] “Hey, nanetto corri! Non laggiù. Dai. Torna qui dai nanetto. Dai, corri. Spostiamoci adesso! Dai!”
Mark Rane/Jordan Gerler :-“Ti ricordi come ero, quando ero bambino?”
Maggiore Charles Rane :-“Certo che me lo ricordo, fino all’ultimo dettaglio.”
Maggiore Charles Rane :- [a suo figlio]”Non ti ricordi di me. Adesso ti racconto.”
Maggiore Charles Rane :-“Hai cambiato i capelli.”
Janet :-“Sì. Circa 100 volte nelle ultime 3 settimane.”
Maggiore Charles Rane :-“E non stai indossando un reggiseno.”
Janet :-“Nessuna li indossa più. Non te l’hanno raccontato?”
Maggiore Charles Rane :- “No. Ci avevano raccontato delle minigonne, ma non avevo nemmeno mai pensato di vederne più una.”
Janet :-“Oh bèh, ne ho una, ti va di vedermela addosso?”
Maggiore Charles Rane :-“No, non importa.”
Janet :-“Te l’ho detto già…Gli uomini qui intorno non rispettano nulla. Sai, non ti ho detto di tutti i ragazzi che hanno continuato a chiamarmi fino…Un sacco di vostri amici della base –che io non ho nemmeno mai guardato.”
Maggiore Charles Rane :- “Non credo di avere più alcun posto, qui. E soprattutto per te. Perché non andate a letto? Farò in modo di potermene andare definitivamente.”
Janet :-“Dove stai andando adesso?”
Maggiore Charles Rane :-“Sto solo andando a sedermi fuori in giardino.”
Maggiore Charles Rane :-“Ho avuto tutto, tutto funzionava, ma nulla è poi andato nel modo in cui avevo pianificato.”
Mark Rane :-“Perché vive fuori, nel capannone di legno?”
Janet :-“Solo perché è piccolo, e un posto tranquillo. Là fuori.”
Maggiore Charles Rane :-“Certo non ho più voglia di lavorare su questo.”
Janet :-“E io neanche.”
Linda Forchet :-“Io lavoro di notte.”
Maggiore Charles Rane :-“Quindi cosa stai facendo qui, ora?”
Linda Forchet :-“Bebe, l’uomo ha sete.”
Bebe/Jacque Burandt :-“Beh certo, non dovreste nemmeno essere qui.”
Linda Forchet :-“Tu sei un tipo molto silenzioso, non è vero?”
Maggiore Charles Rane :-“Nàh, io sono solo un po’ arrugginito per le conversazioni leggere.”
Maggiore Charles Rane :-“Vorrei ringraziarti molto per aver indossato il mio braccialetto per tutto questo tempo.”
Linda Forchet :-“E’ il meno che potevo fare. Vorrei aver fatto ben di più.”
Maggiore Charles Rame :-“Si impara persino ad amarla, la corda. Ecco come gli si batte. Ecco come si percuotono le persone che si torturano. Si impara ad amare persino le percosse. Quindi non sanno che quello che ti stanno facendo non ti fa più effetto, ormai.”
Maggiore Charles Rane [rivolto a Cliff]:-“Ascolta un attimo, spero che non ti dispiaccia se ti dico questo, ma apprezzerei davvero se non facessi finta di niente quando il mio ragazzo ti chiama papà.”
Texano/James Best (Sì proprio lui, lo sceriffo Ro”F”scoe P. Coltrane della serie TV celeberrima “The Dukes of Hazzard”(’77-’84). Best, attore attivissimo del cinema e della TV americana dagli anni cinquanta, è sempre stato ottimo anche in ruoli drammatici e/o di folle pazzoide non solo come in quelli comici o di commedia in coppia con Burt Reynolds, suo grande amico, che gli hanno dato enorme popolarità, ma come ad esempio nel capolavoro di Samuel Fuller “Il Corridoio della paura” (Shock Corridor)(’63)in cui interpreta uno dei ruoli più famosi del film, quello di Stuart, o come in questo film di John Flynn, di psicopatico criminale e assassino a sangue freddo.) :-“Ciao, Maggiore. Ti ho visto in TV, ti ho guardato bene. Davvero, ti ho seguito con attenzione. Inoltre abbiamo visto io e i ragazzi qui, darti un merdoso cofanetto pieno di dollari d’argento. E tra me e i ragazzi, ci siamo guardati e abbiamo pensato, che forse anche a noi ragazzi di un quartiere disagiato si potrebbe dare alcuni di quei dollari d’argento.”
Texano :-“Ora, noi siamo in grado di farti dire dove è quel denaro, prima o poi. Io ti suggerirei prima, perché il“dopo”, potrebbe essere per te troppo tardi.”
Automatic Slim :-“Ora non…Mostrarmi la solita merda di duro ufficiale. Perché ero proprio lì in Vietnam anch’io, con il resto di voi. Cioè stavo tutto il tempo a strisciare a faccia in giù nel fango, mentre i vostri jet ci volavano sopra.”
Automatic Slim :-“Stupido, e stronzo. Come ci si sente ad avere subito tutto questo per niente?”
Linda Forchet :-“Voi stessi avevate trovato una groupie principale.”
Maggiore Charles Rane :-“Che cos’e una groupie?” Questa parola è un po’ fuori dei miei tempi.”
Linda Forchet :-“Bene una groupie è una ragazza che si è innamorata di una rockstar o una stella del cinema. Qualcuno che lei nemmeno sa. Lui può anche adorarla per un cero periodo di tempo…, ma poi lei non riesce mai più a incontrarlo ma, bèh se lei avesse mai fatto davvero qualcosa per lui, qualcosa. Lei bèh, avrebbe forse potuto cambiare le cose.”
Cliff :-“Voglio dire. Io sono stato in alcuni di questi “giri”, e so bene che cosa si possa fare. Ma…,eh bene quello che ci si può fare e ciò che può succederti. Ma quando eri là non potevi che preoccuparti prima di tutto di te stesso, se e quando ti avrebbero preso per torturarti. Sai, ci hanno preso e torturato tutti.”
Cliff :-“Voglio mettere le mai su quei bastardi assassini.”
Maggiore Charles Rane :-“Passerà Cliff, tutto passa.”
Lopez/James Victor :-“Gringo, a Fat Ed piacciono le belle ragazze. Mi piacciono le ragazze belle gringo. Gringo, ogni corpo di bella ragazza.”
Maggiore Charles Rane :-“ [tirando e rilasciando infilzata con il gancio, la mano di Lopez] “Si può perdere, una mano del genere.”
Linda Forchet :- “Spero solo che io non sia per te solo l’occasione per arrivare a loro, Charlie Rane. Mi auguro che non sia tutto qui, quello che stai facendo.”
Maggiore Charles Rane :-“Non ha niente a che fare con questo, che devo fare?”
Linda Forchet :-“Forse sarà così. Quanti anni pensi che abbia?”
Maggiore Charles Rane :-“25.”
Linda Forchet :-[sorride] “Quasi trenta. Ho già fatto il giro del corso un paio di volte oggi.”
Maggiore Charles Rane :- “Beh, certo non si direbbe.”
Linda Forchet :-“Beh, io faccio la mattina. E dopo sono stata a fare festa per tutta la notte. Che ci faccio ancora qui da quando mi sono seduta, da sola a rimuginare su un qualche uomo senza valore. Ho avuto un paio di ‘ehm, sai com’è?”
Maggiore Charles Rane :- “Cosa vuoi dire?”
Linda Forchet :-“Solo che puoi fidarti di me. E voglio sapere se io, posso fidarmi allora di te. Ti voglio aiutare.”
Linda Forchet :-“Sapete dove posso trovare un ragazzo che si chiama Billy Sanchez?”
2° Barista/ Arturo R. Tamez, Jr. :- “Perché lo stai cercando? E’solo un buono a niente.”
Linda Forchet :- “Io non voglio niente da lui, voglio solo parlargli.”
2° Barista :- “Non è buono neanche per quello.”
Linda Forchet :-“Sai che non dovresti farlo. Non dovete contro tutti quei tipi. Potremmo io e te saltare in macchina e andarcene a mille miglia lontani da qui, dove nessuno saprebbe più niente di noi.”
Linda Forchet :- “Charlie, tu sei l’uomo più tranquillo che io abbia mai conosciuto.”
Maggiore Charles Rane :-“Sembrerà. E’ il fatto che io non riesco più a pensare a nulla da dire. Certo, i miei occhi sono aperti e ti sto guardando. Ma dentro sono morto. Essi hanno tirato fuori tutto quello che era dentro di me. A nessuno dopo, farò mai più male di quanto ne farò a loro.”
Cognato/Paul A. Partain :-“Questa probabilmente sarà l’ultima convertibile americana prodotta.”
Sorella/Jane Abbott :-“Che dici, niente più cabriolet?”
Cognato :-“No signora. Costano troppo ormai, una fortuna.”
Sorella :-“I giapponesi però hanno iniziato a farle già da tempo. Ecco che cosa succederà. Noi compreremo le Cadillac cabriolet dal Giappone.”
Sorella :-“Beh, anche i bianchi non fanno più cose buone. Ho comprato una TV fatta negli Stati Uniti perché volevo comprarla americana. E si è rotta in tre settimane. Quando l’uomo delle riparazioni è venuto per risolvere il guasto ha detto che tutte le sue parti erano state fatte in Giappone, in ogni caso. Così la prossima volta posso comprarne direttamente una fatta in Giappone.”
Maggiore Charles Rane :-“Li ho trovati.”
Johnny Vohden :- “Chi?”
Maggiore Charles Rane :-“Gli uomini che hanno ucciso mio figlio.”
Johnny Vohden :-“Aspetta solo appena che prenda i miei “attrezzi””
Maggiore Charles Rane :-“Sono in un bordello oltre a Juarez adesso. Ci sono i quattro che sono entrati in casa mia, e altri otto o dieci dei loro.”
Johnny Vohden :-“Andiamo, e facciamo un lavoro pulito.”
Candy :-“30 minuti -30 dollari.”
Candy :-“Maledizione, voglio solo che tu m’affitti non che mi acquisti.”
Candy :-“Se stai cercando un brivido a buon mercato, perché non te ne vai alle gare dei cani?”
Maggiore Charles Rane :-[al Texano] “è venuto il tuo momento!”
Maggiore Charles Rane :-“Così vorresti fare credere a me, di non aver mai sentito parlare di Melio, T-bird, o Automatic Slim?”
[ultime battute]
Johnny Vohden :-“Maggiore, le persone che affronteremo adesso là fuori, ci odieranno.”
Maggiore Charles Rane :-“Puoi metterti gli occhiali, John.”
Maggiore Charles Rane [il discorso del rientro in Patria, nella sua città]:- “E’talmente bello poter essere tornati indietro. Sapevamo tutti insieme, che ognuno di noi sarebbe tornato a casa e che dal Presidente in giù tutti erano dietro di noi al 100%. Era Dio e la fede nelle nostre famiglie che ci tenuti in carreggiata. Parlando per me, vorrei dire che l’intera esperienza ha fatto di me un uomo migliore, un ufficiale migliore e una America migliore, per quella che vedo con i miei occhi. Mille grazie.”
Dopo sette lunghi anni di prigionia conseguenti all’abbattimento del suo caccia durante la famosa operazione “Rolling Thunder”, il maggiore Charles Rane (strepitoso William Devane, come quasi sempre suo solito) fa ritorno a casa dal Vietnam del Nord, e dal famigerato “Hanoi Hilton”, il così soprannominato terribile infinito soggiorno dei P.O.W. (Prisoner of War) americani durante la guerra del Vietnam, venendo accolto con un bentornato da eroe, ma non accolto tra le braccia di una società cambiata per non parlare della famiglia. La moglie, ovviamente appena lo vede tornare chiede il divorzio, visto che adesso è da tempo impegnata con lo sceriffo della città, il giovane figlio di Charles conosce solo lo sceriffo, ma almeno riconosce quella di Charles come la sua figura di vero padre. Se qualcuno tra voi che leggete queste righe ci può riuscire per esperienza personale, immaginatevi un po’ come ci si possa sentire, quando non c’è posto per sé da nessuna parte, e si è costretti come Charles a vivere nella baracca di legno –laboratorio fotografico dietro la casa una volta sua, cercando di riprendere un minimo di parvenza di normalità in una routine di vita che oramai di normale, non ha proprio più nulla. Paradossalmente, la sua sanità mentale, conservata a prezzo di immani sforzi durante la sua prigionia, viene messa più a dura prova qui, a “casa”, che durante il suo lungo internamento in prigionia. Almeno lì, c’era la fortissima motivazione di resistere e sopportare tutte le umiliazioni, le torture e le mutilazioni, per il grandissimo affetto verso la moglie e il figlio, e il suo disperato desiderio di poterli un giorno, rivedere. Una volta tornato, ha dovuto anche scoprire che a parte il figlio,tutta la sua vita è stata annullata, sottratta.
Come se il dolore di perdere anni della sua vita e della perdita della sua famiglia, oltre che quella della moglie per di più ad un altro uomo non bastasse, un gruppo di spietati criminali prende in ostaggio la famiglia di Charles nell’irruzione a casa sua con il piano di rubargli i due mila preziosissimi dollari d’argento, monete di grande valore che il Governo ha dato ai P.O.W. tornati a casa, in rappresentanza dei giorni della loro vita trascorsi come prigionieri di guerra. Per Charles, appunto furono duemila.
Nuovamente umiliato, torturato e mutilato, questa volta insieme anche alla famiglia, Charles ricade nella sua formazione militare e si rifiuta di rivelare loro dove sono nascoste le monete, ma il suo giovane figlio non ha tale formazione. In breve, la moglie e il figlio di Charles vengono uccisi a sangue freddo per eliminare ogni eventuale testimone, mentre Charles sopravvive, creduto morto anche lui.
Ma quando uccidi con la pistola un uomo e la sua intera famiglia, è molto meglio fare un lavoro dannatamente sicuro e rapido. Perché una volta Charles sopravvissuto miracolosamente al mortale agguato, egli si prepara a scatenare una nuova guerra, contro gli spietati assassini della sua famiglia. Con un gancio scintillante al posto della sua mano, maciullata dal tritarifiuti del lavandino di cucina durante la mutilazione subita dai criminali per farlo parlare, caricatosi di un arsenale di armi da guerra, e di Johnny Vohden, un barista suo amico e veterano anch’egli dedicatosi alla vendetta (Tommy Lee Jones, sempre bravissimo), il Maggiore in lutto percorre nella sua Cadillac rosso fuoco –donatagli in “premio” dal Governo insieme ai maledetti 2000$ d’argento, a “simbolico” risarcimento- una difficile e solamente dolorosa strada, con una sola idea in testa, quella di fargliela pagare con la vita.
Super cult del “Revenge movie”, sceneggiato nientemeno che da Paul Schrader già vincitore di Oscar e appena dopo il simile per temi e ossessioni “Taxi Driver”(’75) di Martin Scorsese; “Rolling Thunder” ha negli Stati Uniti e anche in Gran Bretagna uno status enorme, avendo influenzato molti personaggi famosi e di cinema, pur non detenendo ancora un dvd ufficiale negli Stati Uniti almeno fino a pochi mesi fa, e questo è senza dubbio uno dei migliori film del filone della vendetta mai realizzati, grazie anche all’energia elettrizzante della sceneggiatura eccezionale di Schrader e alla migliore interpretazione della carriera di William Devane, oltre che degli eccellenti coprotagonisti Dabney Coleman e Tommy Lee Jones.
Il film proprio grazie alle interpretazioni ti cattura e non ti lascia mai più, e Devane per l’appunto dimostra come sia in grado di reggere da protagonista un film così drammatico e anche molto forte per situazioni e sequenze, e te ne accorgi fin da subito già dal bellissimo inizio sull’aereo che lo riporta a casa. Devane è proprio eccezionale in questo film, nella sua caratterizzazione di uomo esteriormente e apparentemente in pieno controllo di sé, mentre interiormente come spesso accade completamente a pezzi, incapace totalmente di potersi adattare alla vita piena di niente e astratta che gli è stata creata e imposta, solamente da altri.
Come detto sopra, il Maggiore Rane è un uomo d’azione che si ritrova con niente più per cui combattere ancora, e danneggiato irreparabilmente. Molto bello è poi l’allusività così tipica della scrittura di Schrader ad una certa tensione sessuale tra i personaggi amici di Devane e Lee Jones. C’è un preciso punto del film nel quale Tommy Lee Jones ammette di avere avuto grossi problemi nel fare di nuovo l’amore con una donna, dopo un periodo particolarmente oscuro della sua vita, che è talmente ben scritto e tratteggiato da colpirti indelebilmente per la finezza descrittiva di cosa voglia dire e di quali indelebili, pesantissimi strascichi, lasci dietro di sé una lunga deprivazione sessual -affettiva nella mente di un uomo normale. Come spesso è accaduto nelle sceneggiature di Schrader (uomo lontanissimo dall’omosessualità più o meno latente, anzi tutto il contrario uno degli uomini più eterosessuali e “ossessionati” dal sesso –e dalle donne- dell’intero cinema hollywoodiano, basti dare una scorsa ai suoi film da regista, non escluso l’ultimo “Adam resurrection”, per non dimenticare il precedente “Auto Focus”[2004], e compagno nella vita di donne come Nastassja Kinski), viene potentemente indicato che forse Rane durante il suo lungo internamente si era lasciato andare al “conforto” di un altro uomo.
In definitiva, “Rolling Thunder” è praticamente in tutto uno splendido film, è certamente anche un film d’”exploitation” e a basso budget, fino alla fantastica orgia di violenza verso il finale, quando il “body-count” cresce in maniera esponenziale, ma non è certo come film nel suo complesso, da relegare solamente come ulteriore, ennesimo, Rip-Off de “Il Giustiziere della notte”(Death Wish)(’74) di Michael Winner. Qui, senza nulla togliere al comunque eccellente film con Charles Bronson, c’è molto di più, la trama è certo brutale ma tocca anche argomenti importanti come l’onore, il dovere, la colpa e la responsabilità, l’amicizia, la solidarietà, l’infedeltà come tradimento e i costi psicologici enormi della guerra. Ma questi sono solo una parte, dei molteplici bellissimi, strati di lettura e di contenuto del film.
Film diretto da John Flynn, e qui bisogna incominciare a parlare del regista, ottimo autore di genere
-già nei cinque anni precedenti a questo-, di “Organizzazione crimini”(The Outfit)(’73) da Jim Stark, e nel biennio successivo de “I Violenti di Borrow Street”(Defiance)(’79), titoli cultissimi del noir e del thriller metropolitano violento, regista sottostimato ancora oggi fuori dalla cerchia dei veri cultori ed esperti dei generi americani, eppure sempre preciso e dall’ottimo ritmo, più che mai perfetto in “Rolling Thunder”, dove riesce sempre a controllare ad ogni livello la cruda vicenda, senza mai vergognarsi o tirarsi indietro di fronte alle sue spaventose implicazioni. La sceneggiatura (co-scritta, insieme a Schrader, da Heywood Gould) è superbamente delineata nei suoi realistici cambiamenti e nelle sue implicazioni molto avverse esistenzialmente, di vita e di morte. Rane ripete a sé stesso domande sul perché non sia mai morto laggiù in guerra e sia ancora vivo, mentre alla guida della macchina si dirige per la sua vendetta anche contro i suoi fantasmi oramai personali. Il sottogenere del “Revenge movie” si arricchisce grazie a questo film di inediti campi d’azione da esplorare e restituire oltre che alle tematiche da proporre allo spettatore, nello splendore del personaggio di Devane e della sua violenza come reazione (una nozione di cui farà abile riutilizzo Gaspar Noè in “Irreversible”[2002]). Nel merito proprio dell’azione in “Rolling Thunder”, (e specialmente la conclusiva sparatoria nella “Confraternita”) essa è altamente cinetica e coinvolgente, e quasi mai al cinema si è potuto assistere ad una fuga con i risultati che ha offerto in seguito, come qui.
Altro che, come qualcuno potrebbe sempre credere a scorrere la trama (però balza subito agli occhi,di vita vera, e tragica), che questo possa essere un film di propaganda “mascherato” sotto la sua evidente drammaticità, invece il mondo rappresentato nel film non è certo quello che ci è stato proposto con le sue risposte incorporate o le sue semplici enunciazioni propagandistiche, come bandiere mosse al vento, in molti film americani nelle ultime decadi. Qui è mostrata ma una larga, vasta, disaffezione pubblica verso la guerra in Vietnam, spinta dalla giovane, coscienziosa generazione di registi che realizzarono, producendoli, lavori i quali potessero riflettere gli impatti negativi della guerra su tutti gli aspetti della vita americana anche dopo che il conflitto si concluse. Quando la guerra terminò “ufficialmente” nel 1975, molti soldati ritornarono quindi negli Stati Uniti, alcuni per la prima volta dopo tanti anni, e ciò che trovarono ad accogliergli fu qualcosa che sarebbe eufemistico definire come certo non qualcosa di simile ad un “benvenuto agli eroi”. Questa è una delle nozioni portanti che da il carburante all’energia oscura del film di John Flynn, un cult genuino ancora di più oggi di quanto lo fu nel 1977, il quale descrive bene dei personaggi alcuni anche spaventosi, ma troppo ben studiati, e del loro inserimento nelle sanguinarie trappole di un thriller sulla vendetta.
“Rolling Thunder”è quindi sì innegabilmente,una sorta di film d’”exploitation”, ma crudemente romanticizzato, -e come detto, inspiegabilmente quasi invedibile per anni- incrementando quindi le difficoltà d’inquadramento dentro una qualsivoglia classificazione, interpretato da giovani attori ( a parte Devane e Best) come il giovane co-sceneggiatore Paul Schrader, destinati poi realizzare molte altre grandi cose. Nel caso di “Rolling Thunder” in particolare, hanno sempre avuto ragione i numerosi fan di questo film presenti in Usa e in Gran Bretagna. Il film è diverso da ogni altro del filone dei “Revenge movie” anche per la sua unicità di ritmo, da film drammatico fino al punto di ebbolizione, prendendosi il tempo di umanizzare i suoi personaggi per migliorare agli occhi dello spettatore quelli che saranno i loro primi due atti di violenza. Riuscendo quindi mirabilmente a instillare una profonda sorpresa quando inevitabilmente, occorrendo perderla si deve lasciar perdere ogni residua sensibilità, durante la spaventosa resa dei conti finale nel bordello.
La violenza nei personaggi di Devane e Jones ci viene ben mostrato come sia certo emozionale ma anche, e in modi non vacui, d’altra parte fortemente caratterizzata dall’essere stati addestrati militarmente, in un certo qual senso quindi “nati” per affrontare anche simili esperienze. Il film mostra mirabilmente, nei suoi personaggi principali, come in loro torni veramente vivo ciò che loro riconoscono -che sia corretto o no- quando la loro vita come in questo caso è minacciata o brutalizzata, il ritorno come un’eco mentale delle ritualità utilizzate sin dai tempi del loro addestramento per andare a combattere in Vietnam, o qui in Patria, come supporto alla campagna per lo sforzo bellico. I personaggi di “Rolling Thunder” portano in ogni senso, la guerra dentro di sé, e quelli che sono tornati proprio dalla guerra, in un certo senso l’hanno portata anche a casa, trovandone un’altra che non erano forse veramente pronti a dover combattere.
Devane è sempre stato d’altronde un’ attore caratterista di rilievo, ma qui dimostra con grande forza di essere egli stesso un superbo attore protagonista, uno tra i maggiori della sua generazione. Il personaggio di Rane è una complessa creazione, e Devane maneggia questa complessità cogliendo qualcosa di profondo durante le sue interazioni con il giovane figlio e eventualmente, con Linda. Jones sostanzialmente è un po’ in disparte da tutto questo, sparendo per consistenti parti del film, ma ritorna potentemente durante l’assedio finale rimanendo in piedi ad uno dei più spaventosi “redde rationem” cinematografici.
Il film fu originariamente prodotto e previsto per la distribuzione dalla Twentieth Century Fox; era infatti tra i titoli preminenti nei loro listini per le uscite dei film nel 1977. Tuttavia, il consiglio di direzione degli Studios fu grandemente disturbato dalla violenza del film finito, e venne perciò presa la decisione di svendere il film alla gloriosa casa di produzione e distribuzione indipendente, la American International Pictures.
Quentin Tarantino com’è noto, chiamò la sua casa di distribuzione Rolling Thunder Images, proprio in omaggio a questo film. La Rolling Thunder Images ha ripubblicato in dvd B-movies, classici di culto, film indipendenti, film d’”exploitation” e film stranieri. L’azienda purtroppo è fallita per una sempre maggiore flessione nelle vendite dei suoi titoli.
Nel suo libro del 1982 “Adventures in the commercial screen”, il famoso e oscarizzato sceneggiatore William Goldman, che assistette ad una proiezione in anteprima di questo film, descrive che alla fine del film vi fu “la più violenta reazione degli spettatori negli ultimi anni…Il pubblico in realtà si alzò proprio dai posti a sedere e cercò di assalire fisicamente gli uomini degli studios di produzione del film presenti tra di loro.”
Kris Kristofferson era stato imposto come protagonista del film nella parte del Maggiore Charles Rane, ma si tirò poi indietro e il ruolo venne trasferito a William Devane.
Luke Askew contrasse una grave intossicazione alimentare durante le riprese del film e si ammalò gravemente, ragion per cui il giorno che venne girata la famosa scena in cui William Devane squarcia il cavallo dei pantaloni di Askew con la sua mano-gancio, è stata girata con quell’espressione di dolore sul volto di Askew, quanto mai vera.
Napoleone Wilson