Dopo un avvio di stagione difficile la Roma si conferma in crescita, dopo la vittoria colta a Parma la settimana scorsa, battendo nettamente la squadra rivelazione di questo inizio di campionato, quell'Atalanta che senza i punti di penalizzazione avrebbe, prima di questa partita, occupato la prima posizione in classifica.
Qualcuno aveva ironizzato troppo e troppo presto sulla squadra e sul gioco voluto da Luis Enrique, tecnico esordiente nel nostro massimo campionato ma che forse sarebbe stato da giudicare con più attenzione e magnanimità.
Capisco le battute giustificate dal tifo contrario, ma certe uscite sono state infelici e i fatti si stanno oggi ritorcendo contro i loro autori.
I fatti dicono che la Roma è oggi tra le prime del campionato, sul quale può riversare tutte le sue energie, dal momento che è stata eliminata dalla EL, e visto pure l'estremo equilibrio che pare regnare sulla competizione proprio non si sa quale ruolo la squadra capitolina potrà recitare nella competizione.
Forse l'Atalanta è giunta all'Olimpico già soddisfatta di quanto ottenuto fin qui e con un legittimo calo di tensione, ma non ha fatto neanche mancare la sua forte reazione, quando sul due a zero per la Roma, gol di Bojan e Osvaldo, ha segnato con Denis il gol del 2 a 1.
Da li però non è più sembrata in grado di impensierire gli avversari, che hanno povveduto a tenere la palla, in ossequio al credo del tiketoke del loro allenatore, per chiudere la gara col terzo gol di Simplicio.
Una Roma dunque in progresso, che ha trovato nelle ultime partite la strada del gol, che invece mancava agli esordi, e un goleador puntuale nell'attaccante italo-argentino Pablo Daniel Osvaldo, al suo terzo centro stagionale.
Non credo nemmeno che la perdita di Totti, uscito al 25esimo del secondo tempo per un dolore ad una coscia, influerà più di tanto nell'economia del gioco romanista, specialmente ora che l'amatissimo capitano giallorosso è costretto a giocare più indietro, a sostegno di altri due attaccanti.
Una Roma dunque convincente, ma ancora da rivedere, per verificare la tenuta contro avversari di maggiore qualità e soprattutto con attacchi più forti e in grado di mettere in difficoltà una difesa che semra ad oggi il vero reparto debole della squadra allenata da Luis Enrique.