ROMA. CGIL, CISL, UIL sulla reversibilità: "Il governo tira il sasso e nasconde la mano".E a farne le spese ancora le donne.
Creato il 15 febbraio 2016 da Agipapress
ROMA. “Sulle pensioni di reversibilità il governo tira il sasso e poi nasconde la mano”. E’ quanto è stato affermato oggi in una nota congiunta a firma dei tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti. “Nella proposta di legge delega sulla povertà - si legge nella nota - è scritto che si intende operare una ‘razionalizzazione’ delle prestazioni assistenziali, anche di natura previdenziale, introducendo principi di selettività tramite applicazione dell'Isee”.“L'obiettivo dichiarato è il reperimento di risorse per un Piano nazionale contro la povertà ma ancora una volta si scopre un cinismo di fondo: se si deve dare qualcosa ai poveri bisogna toglierla a chi è appena meno povero. Logica questa che invece non si vede quando si opera sulle imprese o si tagliano le tasse anche a chi potrebbe e dovrebbe pagarle”. “Ci opporremo ad una logica siffatta - affermano i tre sindacalisti - tanto più se si intende mettere le mani su prestazioni quali la reversibilità, che sono di natura previdenziale, e quindi sono pagate con i contributi dei lavoratori, con ciò colpendo soprattutto le donne”.“Sulle pensioni negli ultimi anni - conclude la nota - si è operato uno scempio ed è semmai ora di mettervi riparo, aprendo un confronto su come restituire equità, solidarietà e flessibilità al sistema, come richiesto da Cgil, Cisl e Uil al Presidente del Consiglio. Ogni tentativo di fare ancora cassa sulle pensioni lo contrasteremo in tutti i modi possibili".
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