ROMA, L’ALTRA FACCIA DELLA VIOLENZA (1976) di Marino Girolami

Creato il 26 novembre 2011 da Close2me

Dopo il successo plebiscitario di Roma violenta (1975) e del successivo Italia a mano armata (1976) Girolami torna al genere per l’ultima volta, concludendo alla grande la propria personale trilogia poliziottesca.
“Sconvolto dalla morte della figlia Carol, uccisa per mano di quattro rapinatori, l’ingegner Alessi si mette in testa di aiutare il commissario Carli nella ricerca dei colpevoli. Intanto la malavita imperversa nella capitale e una rapina a un furgone valori lascia altri morti per strada”
La cronaca la fa, mai come adesso, da padrone. Nella vicenda si inseguono storie trasversali connesse non tanto al naturale background dei personaggi in gioco quanto ai tristi accadimenti presenti sui giornali dell’epoca: trionfa senza sorprese il fattaccio del Circeo, tra l’altro ispiratore del meno riuscito I ragazzi della Roma violenta, diretto da Renato Savino sempre nel 1976 (si tenga presente che la terribile vicenda avvenne nel Settembre del ’75).
Meno instant-movie e più saggio popolaresco sulla nuova criminalità capitolina (i poveracci sono violenti per necessità ed i ricchi per noia, ma pagano solo i primi i propri errori), il film fortunatamente si veste solo in superficie da opera impegnata e subito sfodera, abbondando in sadismo visivo, una realtà metropolitana inquietante, pervasa come pochi titoli nel poliziesco all’italiana di un nichilismo profondo, che cancella persino la più flebile delle speranze. Bozzuffi (Carli) e Steffen (Alessi) si dimostrano in parte, accettando di buon grado la natura manichea e stereotipata dei propri ruoli; il montaggio del fido Alabiso fa il resto, dando sostanza e ritmo ai numerosi momenti topici della pellicola. La presenza di un giovanissimo Valerio Merola tra i pariolini spietati suona come un indizio profetico, mentre a tutt’oggi non si giustifica come il personaggio interpretato da Massimo Vanni – freddato nei primi minuti – resusciti cinematograficamente dopo mezz’ora, come se nulla fosse!
Escludendo questa leggerezza artistica, un’opera da recuperare e rivalutare.


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