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Roma, le Baby prostitute: “Eravamo solo macchine per far soldi”

Creato il 15 marzo 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Le due minorenni che si prostituivano in una casa ai Parioli, a Roma, spesso dovevano fare i conti con le recensioni negative di qualche cliente apparse sui siti dove si pubblicavano gli annunci. Il caso ha creato uno scandalo sulla famiglia della deputata Alessandra Mussolini: il marito, Mauro Floriani, era cliente di una delle due ragazzine.

(ilgiornale.it)

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A confermare la circostanza é stata una delle due ragazzine sentite nell’incidente probatorio davanti al gip Maddalena Cipriani lo scorso 5 febbraio. “E’ possibile che qualche cliente si lamentasse del fatto che fossimo arrivate in ritardo o non ci fossimo presentate all’appuntamento o che non fossimo proprio cortesi. Noi alla fine siamo due ragazzine – ha raccontato -, è normale non essere sempre puntuali. E poi eravamo sotto pressione. Mirko Ieni ci pressava e ci condizionava, ci trattava un pò come delle macchine, per lui dovevamo esserci sempre, tutti i giorni, non voleva perdere i soldi, diceva che gli servivano i soldi per varie cose. Perchè alla fine noi due eravamo l’unica sua fonte di guadagno”.

“Chiedevamo sempre di non avere ragazzi troppo giovani, per il fatto che magari li potevamo conoscere. Cioé, tipo di 18, 20 anni no, perché magari li potevamo conoscere. Questa era l’unica nostra preferenza”, ha raccontato al giudice Maddalena Cipriani, una delle due minorenni.

Mirko Ieni (l’uomo ritenuto dalla procura il gestore del giro illecito, ndr) non sapeva della loro minore età: “Mi aveva chiesto il documento di identità, ma io non gliel’ho dato perché non ce l’ho”. In ogni caso, le due ragazzine dicevano ai clienti di avere più di 18 anni. A ribadirlo è stata l’altra giovane sempre davanti al giudice. “La mia amica – ha spiegato – aveva detto a Mirko che faceva l’università. E anche io ai clienti dicevo di avere 18 anni, anche se mi è capitato che qualche cliente mi dicesse, vedendo le forme, ‘Ma sei sicura? Sembri più grande’”. Noi più che altro ci mettevamo i tacchi e ci vestivamo più elegante possibile per sembrare più grandi. Quando poi abbiamo visto che ad alcuni clienti non gliene fregava niente, ci vestivamo normali. Ci truccavamo ma in modo normale. Io mi ero fissata in testa come se avessi proprio 18 anni, dentro di me non avevo piu’ 15 anni, facevo come mi pareva.

Il caso Ieni. Nuova ordinanza di custodia cautelare, ai domiciliari, per Mirko Ieni, il romano di 39 anni accusato di aver gestito il giro di prostituzione di queste due ragazzine minorenni nel quartiere Parioli di Roma. Ieni era stato già arrestato, il 28 ottobre e il 12 novembre 2013, per sfruttamento della prostituzione minorile e spaccio di cocaina ed ora, i carabinieri del nucleo investigativo di Roma gli contestano lo sfruttamento della prostituzione di altre due giovani donne, entrambe minorenni, all’interno del suo appartamento, in zona Vescovio.

Il caso Floriani, il marito della Mussolini. Il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini è inserito in una lista di clienti delle ragazzine dei Parioli – Aurora e Azzurra si facevano chiamare – nei confronti dei quali sono già stati effettuati numerosi riscontri. Tra loro c’è anche il figlio di un parlamentare del centrodestra che dovrebbe essere interrogato nei prossimi giorni. E poi il vicecapo del Dipartimento Informatica di Bankitalia Andrea Cividini, alcuni funzionari della Fao, almeno un manager della società di revisione Ernst & Young. I carabinieri del nucleo operativo della capitale coordinati dal colonnello Lorenzo Sabatino hanno raccolto le informazioni sul loro conto incrociando i tabulati telefonici delle due giovani prostitute, intercettando le conversazioni, effettuando pedinamenti.

Floriani si è presentato in Procura per essere interrogato sperando probabilmente di evitare che il suo nome potesse trapelare. Sin dallo scorso ottobre, dopo aver messo sotto i controlli i telefoni delle ragazzine, i carabinieri avevano capito che la voce apparteneva a quella di Floriani ed avevano così cominciato ad annotare gli appuntamenti che prendeva. Così è stato scoperto che tutti gli incontri avvenivano nell’appartamento di viale Parioli. “Arrivo a quest’ora, va bene?”, chiedeva prima di presentarsi. Il suo contatto era diretto, cioè non mediato dagli sfruttatori, come ha confermato lui stesso ai magistrati: “Sono arrivato alla ragazza attraverso l’annuncio che aveva messo sul sito “Bakecaincontri”. Lì specificava di avere 19 anni e io credevo fosse la verità”. Era accompagnato da un legale e ha mostrato, però, un atteggiamento collaborativo, nonostante il negare la propria consapevolezza riguardo all’età e in particolare al giro che si celava dietro quel “post” inserito su Internet già dalla primavera scorsa. La sua versione non ha però convinto i magistrati, anche perché i tabulati telefonici dimostrano che i contatti sono stati diversi.

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