Una maxi operazione quella conclusasi da qualche ora. Sigilli apposti in appartamenti, ville, terreni, auto di lusso e d’epoca, attività commerciali nella zona sud della Capitale.
Secondo quanto si apprende Giagnoli sarebbe già stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso nel 2003 insieme a Nicoletti ed altre 27 persone. Giagnoli secondo gli investigatori della DIA avrebbe gestito a metà degli anni 90, per conto del presunto capo della Banda della Magliana, gli introiti provenienti da numerose società operanti nel settore del commercio di autoveicoli.
«Giagnoli Giuseppe, dopo aver accumulato un patrimonio a seguito di numerosi delitti, ha poi deciso di investire tale ricchezza nella più proficua attività usuraria, utilizzando il medesimo modus operandi appreso in via diretta da un criminale di notevole spessore come Enrico Nicoletti» . Si legge, ma anche Giagnoli «costringeva le vittime ad acquistare autovetture ad un prezzo notevolmente superiore al loro valore reale in modo da giustificare, con il pagamento rateale del veicolo, i versamenti usurari».