Il nostro viaggio è cominciato il 23 giugno da Roma, con tappa a New Delhi e questa sotto è l'unica foto che sono riuscita a fare in aeroporto come ricordo dell'India.
Ho visto sari colorati, turbanti enormi indossati da uomini barbuti e ingioiellati, proprio come nei libri di favole indiane... Una meraviglia che non ho avuto modo di immortalare. Peccato!
La compagnia aerea era la China Airlines, rinomata per la sua inaffidabilità dovuta a diversi incidenti, l'ultimo dei quali nel vicino 2002. Lascio immaginare a chi mi conosce l'ansia preceduta alla partenza, gli acquisti in erboristeria di pozioni, filtri magici ed erbe per scongiurare la paura di volare. Bè, devo dire che nulla mi è servito, poichè il volo è stato tranquillo, con poche turbolenze, la compagnia al contrario si è rivelata molto efficiente e siamo atterrati a Taipei sani e salvi. Unico neo il cibo, che aveva le sembianze e l'odore di vomito speziato! mmmm, che bontà!
Già in aereo ho avuto sentore che i taiwanesi sono per certi aspetti maniaci della pulizia, tant'è vero che prima di atterrare ci è stato spruzzato addosso un insetticida, con la spiegazione che questo repellente servisse a eliminare antipatici animaletti intenzionati a sbarcare clandestinamente insieme a noi nella loro adorata Taiwan. Ma si può? Noi, portatori di insetti famelici...
Ecco la prima stranezza, per non parlare poi della lunga perquisizione subita a New Dheli, poichè i poliziotti indiani, dopo aver passato la mia borsa allo scanner, erano convinti che avessi un coltello! E quindi svuota di qua, svuota di là, rovista nelle tasche, sotto la cucitura, nella pochette di gioielli, tra le pagine del diario... A un certo punto ci ho anche pensato... non è che per caso, presa dall'ansia della partenza, abbia nascosto un'arma come difesa in caso di attentati terroristici? E se Igor, colto da uno dei suoi raptus omicidi abbia pensato bene di portarsi dietro una spada per uccidere i nemici?
No, nulla di tutto questo, alla fine non sono riusciti a trovare nulla, ma mi hanno rilasciato ancora convinti che quella borsa nascondesse qualcosa di pericoloso.