Questa mattina, infatti, la terza sezione della Cassazione di Roma ha dichiarato l'assoluzione piena per inammissibilità del reato, una sentenza che Pietro Trivi ha accolto con grande soddisfazione anche perché il ricorso in Cassazione, dopo aver vinto due gradi di appello, avrebbe potuto disarmare chiunque.
Non Trivi però, che grazie alle sue competenze professionali e alla volontà di fare la massima chiarezza sulla vicenda, ha visionato e analizzato centinaia di registrazioni tali da dimostrare la sua piena estraneità alle accuse. “Sono soddisfatto per il risultato raggiunto – commenta l’ex assessore al commercio della giunta Cattaneo – la mia voglia di andare avanti è stata premiata, certo che se fosse capitato ad una persona senza le mie competenze o senza risorse economiche, avrebbe dovuto magari patteggiare pur essendo in una posizione di assoluta innocenza. Nel mio caso tutto è andato per il meglio e ne sono felice, ora riprendo appieno la mia attività e guardo avanti con maggiore serenità. Oggi ho la sensazione di essermi risvegliato da un incubo durato oltre quattro anni”. La fine di un incubo, appunto, come lo stesso Trivi ha commentato anche sua pagina Facebook, iniziato il 13 luglio 2010, quando la Guardia di Finanza alle 5 di mattina suonò al suo campanello per notificargli l’accusa di corruzione elettorale, una intercettazione ambientale, trascritta in modo non corretto, di fatto, lo accusava di aver comprato voti durante la campagna elettorale del 2009, con l’aggravante di un presunto collegamento con la malavita organizzata.
Da quel momento partì anche un linciaggio mediatico che costrinse l’allora assessore al commercio a rimettere il suo incarico per non creare ostacoli alla giunta Cattaneo e potersi difendere.
Una prima sentenza arrivata il 12 ottobre 2011 restituì a Trivi e alla giunta Cattaneo quell’integrità che era stata messa in discussione in merito alle vicende legate alla ‘ndrangheta.
In seguito ci fu il secondo grado di appello dove venne ribadita l’innocenza per mancanza di prove e il resto è storia recente.
Assoluzione in terzo grado con formula piena per inammissibilità del reato.
“La giustizia, nella quale ho sempre riposto la massima fiducia, ha fatto il suo corso e dimostrato la mia completa innocenza – ha concluso Pietro Trivi – ringrazio la mia famiglia e i colleghi per avermi sopportato nei momenti difficili. Inoltre un pensiero di gratitudine va in particolare ad Alessandro Cattaneo e Giancarlo Abelli per essermi sempre stati vicino”.
a cura di Federica Bosco