ROMA. Sono state presentate al primo
Congresso nazionale SIPMeL-Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di
Laboratorio conclusosi a Roma, le linee guida della società sul tumore del
colon-retto. Costituitasi nel 1986, e avendo assunto la nuova denominazione di
SIPMeL lo scorso anno, la società raccoglie oltre 2.200 professionisti che
lavorano nei laboratori clinici, per la grande maggioranza in ospedali
pubblici.
“Le linee guida SIPMeL sul tumore del colon retto costituiscono un documento che delinea raccomandazioni per lo screening e la diagnosi precoce e indicazioni sul ruolo dei marcatori sierologici quali fattori predittivi e prognostici nel follow up e nel monitoraggio del successo terapeutico - spiega
Bruno Biasioli presidente nazionale SIPMeL -. Il tumore del colon retto è una delle neoplasie più importanti tanto nell’uomo quanto nella donna, rappresentando una dei quattro principali tumori nel nostro Paese, con oltre 50.000 diagnosi ogni anno. Possiamo dire che l’incidenza è notevolmente diminuita negli ultimi anni e la mortalità è calata di quasi il 35% negli ultimi 25, grazie all’applicazione, in termini di medicina preventiva, di strumenti diagnostici e chirurgici esplorativi come nell’endoscopia, capaci di fare diagnosi molto precoce e intervenire ambulatorialmente sulle lesioni iniziali, adenomi e polipi, evitando la trasformazione neoplastica”.
In tutto ciò, un ruolo di primaria importanza è rivestito
dallo screening sulla popolazione che si attua in Italia a partire dai 50 anni,
attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci (test FOBT) che, secondo le
raccomandazioni SIPMeL, dovrebbe essere effettuato annualmente, possibilmente
su tre campioni, riservando la colonscopia alle sole persone a rischio elevato.
Cologuard, il nuovo test
Importante novità, nelle nuove linee guida, è anche il
riconoscimento del ruolo delle tecniche di indagine molecolare che consentono
di analizzare alterazioni a danno di geni coinvolti nel meccanismo tumorale.
“In particolare Cologuard è l’ultimo presidio diagnostico che utilizza
l’analisi del DNA fecale come strumento ad alta sensibilità e specificità per
il riconoscimento delle microlesioni neoplastiche” sottolinea il documento.
Cologuard, da poco introdotto in Italia, dopo il lancio
negli USA in cui le linee guida dell
’American Cancer Societylo raccomandano come alternativa alla
ricerca del sangue occulto nelle feci, e in Gran Bretagna, è un esame semplice,
non invasivo, con una sensibilità del 92% per il cancro del colon-retto, vicina
a quella della colonscopia. E' stato testato in un ampio studio
condotto in Stati Uniti e Canada su 10.000 persone, pubblicato ad aprile 2014 sul New England Journal of Medicine.
Nell’attesa di studi sulla popolazione generale che ne
confermino ulteriormente il valore, in modo da ipotizzarne anche in Italia un
impiego quale test di screening, le linee guida SIPMeL suggeriscono che “in
funzione degli studi effettuati e alla luce dell'ampia casistica applicata
(nello studio americano, ndr), il Cologuard potrebbe
inserirsi come test di conferma per la positività FOBT e indicativo in caso di
positività per l'indagine endoscopica”. In pratica, dicono gli esperti,
potrebbe servire per confermare un eventuale test per la ricerca del
sangue occulto nelle feci risultato positivo, prima di ricorrere alla
colonscopia, da effettuarsi solo qualora anche Cologuard
risultasse positivo.
“Questo innovativo test permette l’analisi del DNA fecale
combinata a quella di marcatori ematici come l'emoglobina, normalmente inclusi nel
test per la ricerca del sangue occulto nelle feci – spiega
Stefano
Martinotti direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e Patologia
Molecolare, Ospedale Clinicizzato S. Maria Annunziata di Chieti -.Rappresenta una possibilità diagnostica concreta – aggiunge – speriamo che
possa essere presto disponibile anche in Abruzzo".
Per ora questo test è reperibile in Campania e in Veneto ma presto lo si potrà reperire anche in Lombardia e Lazio. ed entro il prossimo anno, in tutta Italia.
(mpa)