Oggi si inaugura una mostra collettiva “di primavera” presso Sesto Senso Art Gallery di Roma (dove il 26 maggio presenterò il mio romanzo di imminente pubblicazione, Le due vite di Elsa). Saranno esposte tele dei maestri Antonio Tamburro, Marco Tamburro, Giorgio Celiberti, Raffaello Ossola, Irene Petrafesa, Françoise Nielly, Manovella, Nag Arnoldi, Vanni Saltarelli, Alberto Sughi, Ennio Calabria, Mario Schifano. Gli artisti appartengono a stili pittorici molto diversi; il percorso espositivo sarà quindi molto vario.
Le tele di Antonio Tamburro (in apertura) si caratterizzano per le ampie campiture di colore, energiche e dirompenti. Nelle opere più recenti emerge il tema della metropoli, del caos, della musica e di tutto ciò che è contemporaneo. Un ruolo fondamentale è rivestito dalle figure femminili, sempre raffigurate con molta sensualità.
I vividi colori acrilici sono invece i protagonisti delle tele di Raffaello Ossola: cieli arancioni, rossi, verdi appartenenti a scenari surreali, a spazi senza confini. I suoi sono panorami arcani, riconducibili a uno spazio onirico, dove tutto può non essere ciò che sembra. Le finestre e le porte sono presenze ricorrenti nelle sue opere, così come gli alberi e le montagne all’orizzonte che ci riportano per qualche istante nel mondo reale.
La pittura di Françoise Nielly mostra una forza e un’energia vitale affascinanti. L’artista utilizza il coltello per scolpire le sue immagini, rendendole così incisive e taglienti, carnali e sensuali. Dipinge enormi ritratti di donne e uomini dagli zigomi alti e dalle labbra carnose, con una bellezza quasi esotica. I suoi colori “fluo” sono “liberi”, esuberanti, sorprendenti, abbaglianti, a volte anche esplosivi.
Una pittura quasi vera, quasi un sogno è invece quella di Manovella, che ha creato con originalità un proprio linguaggio artistico, nel quale sono presenti due dimensioni, quella del sogno e quella della realtà, solo apparentemente distanti tra loro. E’ proprio in queste due dimensioni che l’artista dice di riuscire a spogliare se stesso e a cogliere le cose vere.
Lo spazio di Vanni Saltarelli è estremamente dinamico tra l’astratto e il figurativo, con rappresentazioni che sembrano avviluppate da un vortice di forze. Il corpo, fatto di rotondità femminili, domina sempre la scena. Nella sua pittura si coglie il sentimento disperato di precarietà, l’effimera consistenza delle percezioni e la fragilità della dimensione umana.
La pittura di Ennio Calabria (immagine sotto) è pervasa dal tema dell’alta velocità degli scambi sociali dei nostri tempi e dal continuo metamorfismo dell’essere, e fa quindi emergere un’immagine antropomorfa, quasi “accidentale”, che afferma e nel contempo nega se stessa. In un contesto in cui luce e ombra si contrastano, la materia si trasforma, ed è proprio in questo “habitat” che uomo e donna si confrontano con l’universo e con gli elementi naturali.
E infine, Mario Schifano: molti dei suoi lavori sono vicini alla cultura pop e sono dei monocromi, dove uno o due colori sono applicati su carta da imballaggio in seguito incollata sulla tela. L’artista realizzò delle serie dedicate ai marchi pubblicitari (Coca Cola, Esso), alle biciclette, ai fiori (omaggi a Andy Warhol) e alla natura. Studiò con passione le tecniche pittoriche e fu tra i primi a elaborare immagini dal computer e a riportarle su tela.
Orari Mostra: dal Lunedì al Sabato 11.00 − 19.00. Domenica su appuntamento.