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Roma: sovvenzioni università, il 62% delle auto-dichiarazioni degli studenti sono irregolari

Creato il 29 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Irregolari il 62% delle posizioni verificate dalla Guardia di finanza.

L'entrata dell'Università

L’entrata dell’Università “La Sapienza” (w3.uniroma1.it)

E’ questo quello che emerge dai controlli mirati sulle auto-certificazioni rese dagli studenti universitari per beneficiare di sovvenzioni. La regione Lazio, Laziodisu, le Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Gdf di Roma, siglano un patto “antifurbetti” e fanno rete per snidare gli studenti benestanti mascherati da poveri, che dichiarano il falso per usufruire di borse di studio, alloggi, esenzioni universitarie, buoni pasto, agevolazioni sui trasporti. A presentare il patto, il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti, il comandante provinciale della Gdf di Roma Ivano Maccani, il comandante regionale Carmine Lopez, il rettore dell’università La Sapienza e i prorettori di RomaTre e Tor Vergata. Il patto ha lo scopo di evitare che passi avanti in graduatoria o paghi rette inferiori chi povero non è. I controlli, concentrati sulle posizioni anomale, riguardano l’effettiva posizione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare di ciascuno studente selezionato. Chi sarà “pizzicato” dovrà restituire i benefici indebitamente incamerati e sarà segnalato all’Autorità giudiziaria per gli eventuali profili penali. Nel 2012, a fronte di 848 controlli, 521 sono risultati irregolari.

Nel 2013 la percentuale dei controlli irregolari si attesta sul 63% delle posizioni verificate. Sono emerse, a quanto riferiscono i rappresentanti della Gdf, i casi di una studentessa con padre proprietario di una Ferrari e di immobili di valore, che aveva auto-certificato un reddito di 19.000 euro e una studentessa di Roma Tre che ha “dimenticato” di dichiarare redditi per oltre 70.000 euro. Sarà avviata una campagna di informazione e prevenzione per evitare che le risorse pubbliche finiscano nelle tasche sbagliate al fine di garantire l’equità sociale. “In questo progetto è fondamentale unire forze, professionalità, energie e banche dati, per essere più efficaci nella lotta da un lato contro l’evasione, dall’altro contro gli sprechi della spesa pubblica – ha detto il comandante generale della Gdf di Roma Ivano Maccani – gli obiettivi sono essenzialmente due: il primo è quello di smascherare i finti poveri, poveri per il fisco e benestanti nella realtà, che dichiarando il falso scavalcano in graduatoria i veri poveri. Il secondo obiettivo è restituire alla società civile quello che le è stato illecitamente sottratto, per reimpiegarlo a beneficio delle fasce deboli”, ha concluso. (AGI) .

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