Roma/Aleppo (Siria)

Creato il 19 aprile 2010 da Alessiaarcolaci

La città indaffarata.Aleppo (Halab) è una delle più antiche città del mondo. Vanta quasi 8mila anni di vita ed è stata abitata ininterrottamente dall'antichità. Occupa infatti  una posizione strategica a metà strada tra il mare e l’Eufrate, che l'ha destinata, sin dai tempi dei romani, a città di commercio e punto d'incontro tra numerose culture. Oggi vi abitano arabi, turchi, armeni che unendo e mescolando diverse religioni, la arricchiscono e le donano un fascino magico ed unico. Al mio arrivo, dopo il viaggio in treno da Damasco, la stazione mi accoglie tra tassisti e guide che si offrono di trovarmi alloggio ed accompagnarmi a visitare la città.Resto subito incantata dai colori innumerevoli che la disegnano, dal via vai spensierato di artigiani, contadini, tessitori, mercanti, donne e bambini. Ognuno con la sua merce, spesso trasportata da asini o esili cavalli, su calessi o dorsi di mulo, ognuno diretto al suq. Ognuno pronto per gli affari della giornata.Il suq di questa città è uno dei più belli ed antichi del Medio Oriente, centinaia di stradine impregnate di profumi speziati, oli profumati, incensi, lo descrivono. Ciò che lo rende particolarmente coinvolgente sta probabilmente nel fatto che la maggior parte delle attività commerciali degli abitanti si svolge ancora qui. Casalinghe, artigiani, bambini, tutti trovano al suq ciò di cui necessitano. Appena mi inoltro in questo meraviglioso melting pot di odori, colori, sguardi e sorrisi, subito mi rendo conto che turisti e visitatori, qui, sono ancora una minoranza. Passeggio tra bancarelle di tessuti, narghilé, incensi, saponi all’olio di oliva, oro, spezie deliziose e in pochi istanti, vengo invitata da numerosi commercianti a fermarmi per un tè ed assaggiare dolci locali. Accetto e in una lingua mista arabo-inglese inizio ad ascoltare le storie e i racconti di anziani e giovani venditori, per un attimo mi sento trasportata in una delle avventure raccontate dalla meravigliosa principessa Shahrazàd al suo sultano. Un brivido mi risveglia rendendomi sempre più consapevole ed affascinata. Mi rialzo, Yacoub mi ha raccontato di non essere mai uscito dalla Siria, di non esserne interessato, di amare la sua terra in maniera viscerale nonostante tutte le sue contraddizioni e di aver imparato a parlare perfettamente inglese grazie ai numerosi turisti che hanno accettato di sorseggiare un tè insieme a lui. Ci diamo appuntamento al giorno seguente, tornerò per ritirare alcune stoffe ricamate a mano.  Si può restare immobili ad ammirare tutta la città di Aleppo dalla cittadella arroccata sulla sommità di un’altura, una collina, utilizzata in origine come luogo di culto. E’ un diverso punto di vista, quello dei tetti, dei panni stesi, delle antenne e dei minareti. Delle luci verdi che ricordano la sacralità dei luoghi di culto e di questa terra lontana. Un punto di vista privilegiato, da cui lo sguardo può spaziare e correre da un tetto all’altro lungo tutta la città. Attraversarla e perdersi in essa.
©Alessia Arcolaci

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