Roma/Damasco 4

Da Alessiaarcolaci

Maalula, viaggio nel tempo

Il villaggio di Maalula è incastonato come un mosaico ai piedi del Jebel Libnan, a circa 1500 metri sopra il livello del mare, a 55 km dalla caotica Damasco. A colpire immediatamente l'occhio sono i colori vivaci, soprattutto giallo e azzurro, delle abitazioni, piccole, basse e perse in mezzo alla dura roccia ramata delle montagne circostanti. Svettano su queste i due campanili dei Monasteri di Santa Tecla e di San Giorgio. La maggior parte dei quasi 3 mila abitanti ( il 70%) è cattolica, di rito greco. E come a sfidare l'inesorabile passare del tempo (e la globalizzazione) parla ancora l'antico aramaico. Qui anziani e bambini parlano la lingua di Gesù.

In questa nicchia incastonata tra le rocce del deserto vivono le uniche 3.500 (circa) persone, che ancora oggi, parlano perfettamente questa lingua antichissima.

I turisti arrivano da tutto il mondo, vogliono sentire, ascoltare il suono melodioso di un'idioma, nato tremila anni fa, a cui gli abitanti di Maalula restano gelosamente aggrappati. Al bar dove mi fermo a bere un tè il ragazzo che mi viene incontro mi saluta dicendo "Bonhunka" "Benvenuta" e sorride. Mi racconta divertito aneddoti sulle espressioni sperdute dei turisti abituati al tradizionale "Salam Aleikum" (La pace sia con te) che qui si dice invece "Shlom" quasi come in ebraico "Shalom" e d'improvviso sembrano perdere l'orientamento.

Nel II secolo a Maalula è sorto il convento di Santa Tecla, una dei primi martiri cristiani. Oggi viaggiatori e fedeli vengono per fotografare e camminare in quel varco che, secondo la leggenda, Dio aprì in mezzo alla roccia per salvare Tecla, scolara di San Paolo, dalla caccia dei soldati che la inseguivano a causa della sua fede....

Un salto nella storia. Un vero e proprio viaggio nel tempo, qui a Maalula tutti si impegnano per preservare la loro lingua.

Le suore del monastero organizzano corsi di aramaico, gratuiti, a cui partecipano numerosi turisti e abitanti delle zone circostanti.

Mi sento avvolta da una magia senza tempo. Indefinibile.

Una magia, di tantissimi anni fa.

©Alessia Arcolaci