Romance, solo scacciapensieri?

Creato il 16 aprile 2011 da Francy
Oggi sono in vena di approfondimenti psicologici, di conseguenza, in questo post, vorrei proporvi un argomento che vi indurrà a guardare un po' dentro voi stesse e a farvi una quantità di domande (l'introspezione è una delle mie attività mentali preferite; d'altro canto cosa si può fare per tenere occupata le mente nell'impossibilità di leggere, come quando, ad esempio, si prepara il ragù o si fanno i mestieri, per evitare di deprimersi peggio della fossa delle Marianne?).
Prima di tutto, fermo restando che la letteratura in genere e quella romance in particolare, rappresentano una forma di escapismo, cioè un metodo di svago allo scopo di estraniarsi da una realtà che risulta difficile da accettare, o comunque scarsamente attraente, voi date a questo concetto e a ciò che rappresenta nella nostra società una connotazione negativa, di essere cioè un segnale quasi patologico del cosiddetto "mal di vivere", o piuttosto lo considerate semplicemente un modo buono come un altro per concedersi un po' di relax e per staccare dagli impegni quotidiani?
Sicuramente ormai è un dato acquisito per tutte come la letteratura romance si suddivida in parecchi sottogeneri (storico, contemporaneo, paranormale, ecc...) come ampiamente illustrato nell'esaustivo articolo sull'argomento del numero 0 di Romance Magazine, che mi auguro abbiate letto, perché è veramente interessante e ben fatto (vedi qui).
A mio modesto parere, però, salta all'occhio anche un altro tipo di ripartizione, a monte di tutti quelli già elencati e molto più elementare, cioè possiamo scegliere tra un genere di letteratura romance leggero e spensierato e uno invece più impegnativo da un punto di vista psicologico (con personaggi tormentati, magari con un passato traumatico e difficoltà relazionali) e dei cambiamenti sociali (Rivoluzione Industriale, prime rivendicazioni femminili, ecc.), tutto ciò, ovviamente, rispettando i canoni classici del romance e il perno su cui si basa il genere, cioè l'irrinunciabile lieto fine.Al primo gruppo si possono sicuramente ascrivere, tra i romance storici, i romanzi di Georgette Heyer (vedi qui), benedetti da quel senso dell'umorismo così "British" che, spesso, leggendoli mi sono ritrovata nella stessa atmosfera dei romanzi di Jerome K. Jerome ("Tre uomini in barca" e "Tre uomini a zonzo"), anche se l'argomento è completamente diverso; tra i romance/chick-lit contemporanei direi che quelli scritti da Sophie Kinsella (vedi qui) e da Helen Fielding (la serie di Bridget Jones, vedi qui) rientrino a pieno titolo nella categoria, mentre, tra gli esempi italiani di questo tipo di letteratura, citerei Federica Bosco(vedi qui).
Nel secondo gruppo si possono far rientrare, almeno secondo la mia esperienza e sensibilità, perché mi rendo conto di come queste considerazioni siano piuttosto personali e opinabili, sempre tra i romance storici, romanzi come "La figlia del matematico"(vedi qui) di Laura Kinsale, il cui protagonista, il Duca di Jervaulx, a seguito di un problema meramente neurologico, finisce in manicomio (quando i manicomi erano, in pratica, luoghi in cui si torturava impunemente la gente), oppure i romance erotici di Robin Schone. Tra questi penso che molte di voi avranno letto, come me, "Gli amanti dello scandalo" (vedi qui), di conseguenza sanno di cosa sto parlando (primi timidi accenni di rivendicazioni femminili e, in generale, critiche ad un sistema sociale patriarcale che cominciava veramente a stare stretto ad una realtà in rapido cambiamento in seguito alla Rivoluzione Industriale); personalmente ho letto anche "The Lover", in cui entrambi i protagonisti hanno alle spalle un'infanzia travagliata (lui a causa di terribili maltrattamenti, lei per essere stata costretta a crescere in un desolante deserto affettivo). Anche Lora Leigh, tra le autrici di romance erotici contemporanei, non è certo una che ci vada leggera con il background dei suoi personaggi, almeno a giudicare dal suo romanzo appena pubblicato in Italia "Ménage Proibito"(vedi qui), che sto leggendo in questi giorni, in cui, prima di tutto, manca la classica coppia di eroi per ritrovarci di fronte a tre protagonisti uno meno 'registrato' dell'altro per varie cause (violenza fisica e psicologica subita durante l'infanzia, il fatto di essere cresciuto in orfanotrofio e altre 'leggezze ' varie).
Quello che mi piacerebbe sapere da voi è che cosa ne pensate in proposito; preferite i romance spensierati e ironici del primo genere, oppure quelli più tesi e drammati del secondo? Oppure leggete entrambi i generi, a seconda dell'umore? LASCIATE UN COMMENTO e votate il sondaggio sul sidebar di destra!

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