Il programma elettorale del premier punta sullo sviluppo di settori chiave come agricoltura, industria, infrastrutture ed energia e sul rafforzamento dello stato sociale e dei servizi pubblici promuovendo l’uguaglianza sociale, la riduzione del divario fra persone abbienti e classi disagiate e favorendo il dialogo sociale. Iohannis, da parte sua, ha sostenuto che "i risultati dimostrano che sta avvenendo un cambiamento” proponendosi come “l'unico candidato rimasto in corsa che è disposto a garantire l'indipendenza della giustizia e dello stato di diritto".
Anche se tra i due candidati la differenza è di quasi dieci punti, l'esito del ballottaggio non è però scontato e molto dipenderà dalle decisioni dei tre candidati “minori”: l’indipendente Monica Macovei (4,65%), la candidata e leader del Partito movimento popolare Elena Udrea (5,17%) e l’indipendente Calin Popescu Tariceanu, attuale presidente del Senato (5,83%). Qualche settimana fa, Ponta aveva annunciato che Tariceanu è uno dei candidati alla carica di primo ministro, ma a situazione resta comunque instabile.
E' difficile che Monica Macovei decida di appoggiare Ponta viste le ultime dichiarazioni e il suo passato politico, mentre Elena Udrea, sostenuta dal presidente della Repubblica Traian Basescu,deve però fare i conti con l'opposizione interna del suo partito che, visto il magro risultato, le chiede di farsi da parte e spinge per un accordo con Iohannis. Inoltre, l'alto livello di astensione (secondo l’Ufficio elettorale centrale ha votato solo il 53,1 % degli aventi diritto) e il gran numero di candidati al primo turno (erano ben 14) lascia un notevole numero di voti in “libera uscita” che potrebbero avere un certo peso sull’esito finale.