Romania, un mese di Liga: Astra…ordinaria capolista, lo Steaua rincorre ma senza tifosi

Creato il 17 ottobre 2015 da Pablitosway1983 @TuttoCalcioEste

In Romania (dove si è appena festeggiata la qualificazione ai prossimi Europei francesi) si è già al tredicesimo turno, cioè al giro di boa della "regular season". Da quest'anno infatti la diminuzione delle partecipanti (da 18 a 14) ha portato ad una nuova formula con 13 partite di andata e 13 di ritorno per ogni squadra più un'appendice stagionale che vedrà solo le prime sei a competere per i piazzamenti Uefa e il titolo nazionale. Nella Liga permane la situazione di grande equilibrio già analizzata nel precedente riepilogo mensile; in testa c'è il convincente Astra a precedere lo Steaua che, seppur in un ambiente caotico, resta ancora la favorita al titolo.

Puntate precedenti: Presentazione Liga - Riepilogo Luglio/Agosto

CLASSIFICA (dopo 13 giornate): 27 punti Astra; 25 Steaua; 23 Viitorul, Pandurii; 21 Dinamo; 19 Targu Mures, Univ. Craiova; 14 Cluj*, Timisoara; 13 Iasi; 10 Concordia; 9 Botosani; 6 Voluntari; 3 Petrolul* *-6 punti per irregolarità finanziarie

Sorprende abbastanza trovare l' Astra in vetta: i bianconeri erano reduci da una rivoluzione estiva che, complice anche l'impegno nei preliminari di Europa League, non pareva foriera di soddisfazioni perlomeno a breve termine. Bravo invece mister Sumudica (sul punto di lasciare in estate ma poi rimasto dopo essere stato rassicurato dalla dirigenza) a gestire una squadra sbilanciata in avanti (miglior attacco con media di quasi due gol a partita, ma anche quarta peggiore difesa) e capace di perdere finora solo due volte: dopo un avvio mostruoso il calo di rendimento di capitan Budescu è stato comunque ben compensato dai gol di Alibec (maturato rispetto all'esperienza italiana) e dalla batteria di trequartisti a suo supporto, dal brasiliano William al vecchio portoghese Teixeira da poco ripresosi da un infortunio. Tutto ciò in una situazione societaria a dir poco difficile: il club di Giurgiu è stato infatti sanzionato dalla Commissione disciplinare federale per i debiti verso i propri dipendenti (tra cui anche gli stessi giocatori, stipendi arretrati di due mesi) che, se non saldati a breve, verranno puniti con una penalizzazione (due punti in meno ogni 15 giorni di ritardo) e un divieto del trasferimento di giocatori.

Ambiente pesante anche allo Steaua dove sono accesi diversi focolai che potranno distrarre alla lunga chi scenderà in campo: l'infinita vicenda del "brand Steaua" ha portato alla definitiva rottura tra dirigenza e tifoseria che ha annunciato per fine ottobre una grande manifestazione di protesta contro il nemico pubblico numero uno Gigi Becali, padre-padrone del club capitolino che gli ultras non vorrebbero più vedere sognando invece un club di proprietà dei tifosi-azionisti che sceglierebbero, in un'assemblea generale, il presidente. Il risultato più evidente è il crollo delle presenze ai match casalinghi dello Steaua che ha registrato la media spettatori più bassa dal 2002 (intorno alle 7mila unità). Il presidente Argaseala sta cercando di mediare tra le parti cercando di trovare un accordo col Governo sia per regolare gli aspetti connessi all'uso del marchio sia per il ritorno allo "stadio Ghencea" lasciato questa estate (dopo più di 40 anni) per approdare alla più economica "National Arena". Nonostante questo lo Steaua è lì in alto, vincendo 5 delle ultime 6 partite; buoni risultati arrivati anche ad un paio di scelte azzeccate da Radoi e il suo staff "allargato" (la Federazione non ha riconosciuto Radoi come primo allenatore vietandogli persino di alzarsi dalla panchina durante i match, vicino a lui c'è ora un altro ex giocatore, ma con patentino, Nicolae Dica, meteora al Catania): in primis l'ingaggio dello svincolato Kharja (ha ammesso di aver rifiutato offerte da Spagna e Italia) arrivato un mese fa ma già decisivo nelle prime uscite, il passaggio dal 4-2-3-1 ad un 4-3-3 con lo scatenato Chipciu "falso nueve" (sempre in gol negli ultimi 3 match) per sopperire alla mancanza di una vera punta ( Tadè in panchina, solo due gol segnati finora) e creare spazi agli inserimenti di Stanciu, Hamroun, Popa e appunto Kharja.

Al terzo posto una coppia formata dal Viitorul di Hagi (allenatore, manager, proprietario e gestore, la leggenda rumena sta lavorando duro per far diventare il club di Costanta uno dei migliori del paese cercando di sfornare più talenti autoctoni possibile) e dal Pandurii del rampante mister Iordanescu che ha rifiutato l'offerta del Voluntari (offriva un ingaggio da 15mila euro al mese) per replicare, e magari migliorare, il quarto posto della scorsa stagione e proseguire nella rilancio del club, di cui fa parte anche la costruzione di un nuovo stadio dalla capienza di 12.400 spettatori tutti coperti per un investimento di oltre 20 milioni di euro. Poi la Dinamo, che può festeggiare già ora un risultato storico per il calcio rumeno e cioè la chiusura della sua procedura di risanamento finanziario e cioè di insolvenza aperta nel maggio 2014; i "Cani rossi" possono essere ottimisti anche per quello che vedono in campo, e cioè una squadra ostica con una difesa solida e un attacco discreto grazie agli 8 gol segnati finora dalla coppia "colored" Essombè-Gnoherè (due scommesse estive finora vinte, soprattutto il secondo, soprannominato "Bufalo"), unico neo qualche problema di spogliatoio per mister Rednic (fascia di capitano tolta al croato Vojnovic, non si conosce l'episodio scatenante). Al sesto posto (l'ultimo disponibile per i playoff) due club che avrebbero le potenzialità per arrivare più in alto: il Targu Mures tra i noti problemi finanziari ha cambiato tecnico richiamando in terra rumena Bergodi che però non ha avuto un grande impatto portando a casa finora solo due pareggi in campionato e un'eliminazione dalla coppa di Lega; l' Universitatea Craiova sta ricevendo i frutti della conferma del tecnico Sandoi nonostante un mediocre avvio (una sola vittoria nei primi 8 match) vincendo 4 volte nelle ultime 5 uscite ma il club è distratto dalla decisione della Federazione rumena di proibirgli trasferimenti in entrata fino al 2017 per la violazione di diritti contrattuali verso un suo ex giocatore (Ovidiu Dananae).

Tra i club per ora fuori dai playoff ci sono il Cluj che pochi giorni fa ha perso in casa dopo circa sette mesi di imbattibilità interna (ultimo ko il 22 marzo) ma rimane rosa di discreto valore, il neopromosso Timisoara (l'arrivo del vecchio Marin in panchina ha regalato nuove speranze di salvezza ma soprattutto ben 9 punti in 5 match tra cui i 3 contro lo Steaua) lo Iasi (dopo un mese era in vetta poi il crollo: senza vittoria da ben otto partite, terza peggior difesa e secondo peggior attacco, Napoli rischia grosso), il Concordia (per ora solo due punti in 4 match per il nuovo tecnico Talnar, a dimostrazione che il problema è in una rosa non all'altezza che annovera tralaltro la seconda peggior difesa del torneo) e il Botosani che spera di risollevarsi con l'ingaggio del tecnico Pustai (l'ex Targu e Rapid ha preso il posto dell'esonerato Grozavu).

Sul fondo troviamo il neopromosso Voluntari (unica squadra ancora senza vittorie e già al terzo allenatore: dopo un piccolo interim del duo Pancu-Maftei passati in corsa dal campo alla panchina, ora ci prova Multescu, uno dei tecnici rumeni più esperti in attività) e l'indebitato Petrolul che, annullata la penalizzazione di 6 punti, avrà bisogno di un rapido cambio di marcia; ma avrà problemi a farlo sul proprio campo che, in virtù di un ennesimo vecchio debito col Comune, non ha da tempo ricevuto lavori di riqualificazione e che quindi è ai limiti della praticabilità.

TOP 11 DEL MESE - Lung (Astra); Fai (Dinamo), Gonzales (Targu), Mitrea (Viitorul), Vatajelu (Univ. Craiova); Stanciu (Steaua); Hora (Pandurii), Kharja (Streaua), Gnoherè (Dinamo) Alibec (Astra), Chipciu (Steaua).

IL GOL DEL MESE - Javi Hernandez, 10° turno Poli Timisoara-Steaua: il gol del meseè quello segnato dallo spagnolo del Timisoara. Un gol bellissimo e pesante, visto che arriva a pochi secondi dal termine del match dei neopromossi contro i campioni rumeni in carica. Goga calcia una punizione in area, Varela respinge di testa, lo spagnolo Fernando Llorente (solo omonimo del basco) controlla in maniera imperfetta il pallone che si impenna al limite dell'area. Il compagno e connazionale Hernadez segue con lo sguardo la traiettoria, attende che il pallone si abbassi mentre si coordina girandosi faccia alla porta e calcia al volo disegnando una parabola imprendibile per il portiere ospite.

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