Romanticismo, corteggiamenti e cose losche

Da Minerva Jones

Nella mia recente esperienza madrilena, sono rimasta profondamente sconcertata dalle modalità di conoscenza ed entrata in relazione con potenziali nuovi amanti. Nel confronto tra le pratiche che vedo attuate in Italia e quelle appunto iberiche, ho verificato che noi siamo molto più insicuri e bloccati - di certo perché diamo un peso maggiore alla potenziale accettazione o rifiuto della nostra proposta di noi stessi e la investiamo del carico di conferma o smentita del nostro medesimo valore, e della nostra identità come persone. Là invece no: al rifiuto di una/uno, ci si gira dall'altra parte e si rivolge la stessa proposta a un'altra persona finché magari non si ottiene un "sì".
Sinceramente, nella mia sensibilità, vedo tale agire come brutale, o forse come risultato di una disperata necessità di soddisfare bisogni che non sento parimenti così urgenti o staccati da una persona specifica che coinvolge già altre parti di me (il cuore, o la mente, o entrambi). E mi urta.
Però, al tempo stesso, mi rendo conto che quella componente ineluttabile all'inizio di un nuovo rapporto, ovvero quella dell'autonarrazione - al fine di favorire il riscontro di 'analoghe esperienze di vita' in qualche fase di questa - che crea il contesto di complicità e sicurezza sul quale poi si gioca la relazione anche fisica, che una volta vedevo come reciproco corteggiamento romantico piacevolissimo, ora come ora comincia ad annoiarmi ed essermi faticosa.
In sintesi: non ho più voglia di parlare di me o di ascoltare l'altro come premessa alla relazione anche solo sessuale - anzi, soprattutto se sento esclusivamente un'attrazione sessuale, chiaramente legata a una qualche complicità di mente e/o di vita altrimenti non sento comunque attrazione fisica. C'è pure da dire che non vado mai con completi sconosciuti, bensì sempre con persone incontrate attraverso conoscenti comuni legati dalle medesime passioni/interessi o frequentazioni storiche di ambienti e contesti. Però in qualche modo voglio sempre più vivere concretamente la mia vita - ed eventualmente farla conoscere per esperienza diretta a un'altra persona - piuttosto che parlargliene o parlarle del passato.
"Tutta quella parte lì all'inizio la eliminerei" - dice lui. "Quale parte? Il corteggiamento?". "Sì, io quella parte lì la eliminerei". "Dici il dover passare un tot di tempo a conoscervi, parlarvi, girarvi intorno per vedere se ci state?" "Sì, cioè no, cioè sì: quella parte lì che ci si dice 'come ti chiami?' e 'cosa fai nella vita?'. Ecco: tutta roba inutile, io la eliminerei".
Comincio a pensarla pure io così. Beh, forse non al punto dell'eliminare anche il "come ti chiami?" :-D E voi, come la vedete?