Romanzo di una strage: purtroppo per alcuni, la verità sulla strage di Piazza Fontana esiste

Creato il 01 aprile 2012 da Emeraldforest @EmeraldForest2

L’eccellente Marco Tullio Giordana stavolta ci porta dentro le mille contraddizioni riguardanti la verità ufficiale che tutt’oggi aleggia incerta intorno alla famosa strage di Piazza Fontana a Milano. Anche per gli scettici convinti e tranquilli che la pappa pronta della verità ufficiale sia sempre giusta, unica e affidabile, il film va visto per la capacità di ricostruire alla perfezione il sentimento comune di un’epoca caratterizzata da ricorrente stato di shock, oltre che da uno stile unico e inconfondibile. Per non parlare poi del letterale “ammassamento” in un’unica pellicola di una quantità fuori dal comune di ottimi attori, sopra tutti i quali eccelle Pierfrancesco Favino nel ruolo dell’anarchico Pinelli. Il secondo posto spetta invece a Fabrizio Gifuni, nel ruolo del placido ma consapevole Aldo Moro. Molto apprezzabile anche Mastandrea che rende l’umanità di Calabresi, commissario e uomo comune ritrovatosi in una situazione molto più grande di lui.

Scritto dopo ben 5 anni di ricerche e documentazioni, la coppia di sceneggiatori Rulli e Petraglia, dopo il magnifico “La meglio gioventù”, ha sfornato un altro di quei film che descrivono alla perfezione la situazione italiana in determinate circostanze, in questo caso decisamente tragiche. La regia di Giordana non sbaglia un colpo, funzionale senza virtuosismi. La fotografia, nonché gli ambienti e i costumi, sembrano essere usciti fuori proprio da quegli anni Sessanta che si stanno per tuffare nel pieno dei Settanta e, purtroppo, anche nella strategia della tensione. Oltre alle vicende delle persone direttamente coinvolte con la strage, detta “di stato” a causa della sua connivenza generale in merito, il regista ha tenuto molto a mostrare anche le ripercussioni di tutto ciò ai vertici più alti del mondo politico di allora. Pochi sanno infatti che all’epoca si rischiò addirittura un colpo di stato da parte di capi militari capeggiati dal principe Borghese…

… Ma soprattutto pochi sanno di come stragi, bombe ed attentati siano quasi sempre opera volontaria e attiva di correnti destrorse, nonostante si tenti perennemente di appiopparle ad anarchici e simili, ovvero a quelli che in teoria sono i primi nemici dello stato. La realtà, o segreto di pulcinella, è che la violenza sociale è un alibi perfetto per giustificare la repressione da parte di governi di destra, che in questo modo salgono più facilmente al governo e hanno carta bianca, proprio perché circola questo luogo comune per cui i governi di sinistra sarebbero incapaci di “tenere le redini” e mantenere il cosiddeto “ordine”. Ma se l’ordine lo scombinano volontariamente servizi segreti deviati, neofascisti & co allora non sarà forse che siamo di fronte ad una tattica da mettere in scena ad hoc onde ottenere l’abolizione di determinati diritti costituzionali? Questo è il caso anche della strage di Piazza Fontana, la quale, oltre i 17 morti di quella sera del 12 dicembre 1969, ha continuato a mietere vittime anche negli anni successivi, nel disperato tentativo di sviare una verità che da più parti cercava di venire a galla. Ad oggi i probabili colpevoli sono stati scoperti ma, per una condanna tardiva a causa del depistamento delle indagini, non c’è stata per loro alcuna pena… Per quanto riguarda quanto dice Adriano Sofri, io non mi metterei a cuor leggero in mano a parole di megalomani che hanno decretato sentenze di morte e ucciso per motivi politici e che ancora si fanno pubblicità, oltre che sulle spalle di questa bella pellicola, su un evento che ha provocato decine di vittime.


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