Aspettavo con ansia un nuovo romanzo di Stefania Bertola. Lo aspettavo dai tempi de "La soavissima discordia dell'amore", dopo la piccola delusione della raccolta di racconti "Il primo miracolo di George Harrison". E' una scrittrice che amo molto, la Bertola. Amo le sue trame semplici e un po' banali, amo l'ambientazione torinese di tutti i suoi romanzi, amo la facilità di lettura e il buonumore che riesce a trasmettere. E soprattutto amo le sue protagoniste, vera forza di ogni sua opera: donne buffe che non si avvicinano mai nemmeno lontanamente al prototipo delle protagoniste dei romanzi femminili più famose, motivo per cui sono sempre riuscita facilmente a immedesimarmi. Sono donne comuni, un po' bislacche a volte, che si ritrovano ad affrontare problemi e situazioni altrettanto bislacche e per le quali è impossibile non provare simpatia. Donne che si ritrovano ad affrontare la vita e l'amore, i patemi che la loro normale quotidianità mette loro davanti. Quindi, non appena ho scoperto che era finalmente uscito un nuovo romanzo, ho cercato di procurarmelo il prima possibile (e grazie al cielo avevamo una ricorrenza da festeggiare e il mio ragazzo sa che per andare sul sicuro può sempre regalarmi un libro). E ovviamente l'ho divorato in poche ore, tra ieri sera prima di andare a dormire e la pausa pranzo di oggi.
Questa volta l'autrice si distacca un po' dal suo filone classico e ci propone un romanzo diverso dal solito. Prendendo spunto da un corso di scrittura che ha effettivamente tenuto qualche anno fa per la scuola Holden, l'autrice ci narra di un gruppo di persone molto diverse tra loro che si ritrovano a frequentare il laboratorio "Come scrivere un romanzo rosa in una settimana", presso il Circolo dei Lettori di Torino. A tenere il corso è niente popo' di meno che Leonora Forneris, famosa scrittrice, ovviamente dietro accattivante pseudonimo, di romanzi d'amore per la serie Melody. E ciascuno dei partecipanti dovrà proprio cimentarsi nella scrittura di uno di questi romanzi d'amore, seguendo le rigide regole che la Forneris fornirà loro ogni volta e che garantiscono la perfetta riuscita di questo genere di romanzi. Il tutto viene narrato dalla voce di Olimpia, bibliotecaria zitella quasi sessantenne, che si dimostra essere una delle allieve più promettenti del corso nonostante abbia vissuto la passione nella sua vita per soli tre giorni più di trenta anni prima. Il suo romanzo rispecchia a pieno tutte le regole del perfetto romanzo rosa: eroina orfana che eredita, innamorata di un uomo socialmente più elevato per il quale prova attrazione e odio, ovviamente ricambiata con gli stessi sentimenti, e che è già promesso sposo a una donna ovviamente antipatica. Una serie di ostacoli e di equivoci li terrà lontani per molto tempo e non permetterà loro di soddisfare la loro passione e il loro desiderio, fino al lieto fine sotto le stelle (sarebbe andato bene anche su una spiaggia). Ovviamente situazioni simili a quelle previste per questi romanzi nasceranno a poco a poco anche tra i partecipanti al laboratorio: amori che sembrano impossibili, ostacoli che sembrano insormontabili, infelicità, passione e gelosie reali si mescoleranno a quelle dei romanzi rosa. Facendoci vedere come i romanzi rosa in realtà altro non sono che un'esasperazione (MOLTO MOLTO MARCATA) dei tormenti sentimentali della vita reale.
La Bertola regala un'altro romanzo divertente e davvero piacevole da leggere. Le dispense per il perfetto romanzo rosa fanno sorridere nella loro assurdità, ancor di più se si pensa che tutti questi romanzi di questo genere sono davvero così: libri d'evasione, dove l'assurdità della trama non ha importanza purché si rispettino certi canoni e purché il lieto fine, dopo ostacoli stupidi e banali, si verifichi sempre. E bello è anche il rapporto che si crea tra i vari partecipanti al laboratorio, tante persone con storie ed età diverse tra cui nasceranno legami e passioni che solo il destino deciderà se far durare. Certo, a parte Olimpia, i personaggi questa volta sono molto meno caratterizzati rispetto a quanto l'autrice ci aveva abituato con i romanzi precedenti, ma credo sia voluto: tutti sono presentati tramite le impressioni di Olimpia e tramite le poche informazioni che traspaiono dal tipo di romanzo Melody che ogni partecipante sceglie di scrivere.
A me è piaciuto molto. Mi ha appassionato e divertito, fatto sorridere nella sua assurdità e fatto riflettere su alcuni luoghi comuni amorosi di cui sempre ci circondiamo. Se amate Stefania Bertola non dovete assolutamente perdervi questo suo ultimo lavoro, perché merita davvero! Se invece non avete ancora mai letto nulla di questa autrice piemontese vi consiglierei di non iniziare da questo ma di partire dai suoi romanzi più vecchi: il mio preferito è "Biscotti e Sospetti", il primo che ho letto e che mi ha fatto innamorare di questa scrittrice. Ma anche "A Neve Ferma" e "Aspirapolvere di Stelle" sono molto molto carini.
Mi spiace solo che l'autrice sia passata dalla Salani/TEA alla Einaudi: le copertine prima erano molto più belle. Per acquistare: Romanzo rosa (Super ET)