E' opinione comune che la morte sia certa. Anzi, che sia l'unica certezza nella vita. Ma questa affermazione non ha senso. Perchè se si afferma che la morte è l'unica certezza della vita allora si afferma pure che la morte non è l'unica certezza della vita. Spieghiamoci meglio. Dunque, affermare che la morte sia l'unica certezza nella vita implica in realtà due certezze: la prima è quella della certezza della morte, la seconda è quella dell'affermazione che la morte sia l'unica cosa certa. Convenendo dunque nell'idea che la morte sia certa si ottengono due certezze, e non solamente quella della morte, come dimostrato. La dimostrazione dell'esistenza di due certezze, quella della certezza della morte e quella della certezza dell'affermazione, implica a rigore di logica l'esistenza di tre certezze: la prima è quella della certezza della morte, la seconda è quella dell'enunciato che afferma la certezza della morte e la terza che afferma l'esistenza di due certezze. L'avere individuato la terza certezza implica necessariamente la quarta, ossia l'esistenza di tre certezze che sono la morte come certezza, la certezza dell'affermazione "la morte è certa" e la certezza dell'esistenza di due certezze. Ne consegue a sua volta l'esistenza di cinque enunciati certi e così sei, sette, otto e via all'infinito. Ciò implica l'esistenza di infinite certezze.Tuttavia prendendo in considerazione il primo enunciato che dice che la morte sia l'unica certezza, e quindi non ammettendo l'esistenza di altre cose certe - poiché "unica" - non è possibile sostenere la certezza del primo enunciato poiché non se ne ammettono altre. Pertanto si conviene che nell'affermazione "la morte è l'unica cosa certa" si possono avere paradossalmente o infinite certezze o alcuna, ma mai una.