C’è stato un periodo della mia vita in cui vivevo in un minuscolo mini-monolocale a Siena, insieme alla mia adorabile coinquilina argentina Nena. Eravamo universitarie fuori sede e spensierate, nel nostro minimonolocale c’era soltanto il minimo indispensabile per vivere ed era talmente piccolo che non avevamo nulla di più comodo delle sedie di legno da tavolo per sederci a guardare la tv, non avevamo il riscaldamento se non una minuscola stufetta elettrica, e tutta la nostra superficie riflettente in casa si limitava ad un piccolo specchio tondo appeso sopra il lavabo in bagno. Alla fine dei nostri anni a Siena però avevamo sia una poltrona che uno specchio a figura intera, e non ci erano costati un solo centesimo, perché li avevamo trovati. Avete letto bene. La poltrona ci è capitata letteralmente davanti alla porta di casa (un giorno lei apre la porta – eravamo al piano terra su una piazza – e mi dice “Amica, credi in dio?” e io “no, non tanto” e lei “beh, forse dovresti ripensarci” indicando la poltrona che era piombata fuori dalla nostra porta. Stavano svuotando un appartamento al piano di sopra e la poltrona, insieme ad altre cose, stava per essere buttata ma era ancora in buone condizioni e i nostri culi da allora vissero – alternandosi – felici e contenti sul morbido), mentre uno specchio figura intera lo abbiamo trovato integro, con solo una minuscola sbeccatura in un angolo, accanto ad un cassonetto a Roma. Lo abbiamo caricato in macchina, e poi impacchettato con gommapiuma e portato in bus fino a Siena – vi lascio immaginare come divertente vedere Nena (alta 1.55) trasportare uno specchio figura intera più alto di lei nei mezzi pubblici di Roma e poi a piedi a Siena su e giù per stradine e salite, fino a casa. Ci siamo affezionate talmente tanto a quello specchio che Nena gli ha dato anche un nome, Marcello (!). Ora l’arredamento di casa non mi permette di raccogliere cose random e portarle a casa (probabilmente tornerei anche single seduta stante, oltre che senzatetto) ma ho sempre ammirato chi riesce a raccogliere pezzi e oggetti qua e là, regali, mercatini delle pulci, marciapiedi, e dargli nuova vita, dargli un senso nella propria casa. La casa che vi faccio vedere oggi segue proprio questo spirito, e il risultato di questo insieme rustico-chic – che può piacere o non piacere – lo trovo perfettamente omogeneo, organico, da sembrare tutto studiato nel dettaglio. Questa è la casa di Donna Williams di Funk Junk Interiors, bellissima.
Camera da letto
Rustico-chic
Tavolino
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